La battaglia sott’acqua in difesa dei “nostri” pesci

Raccolte in un CD che verrà distribuito dalla provincia, tutte le specie ittiche del nostro territorio. Quelle autoctone e quelle "straniere"

Un tempo, nelle acque del nostro territorio, si pescavano alborelle, carpe, cavedani, trote fario, lucci, persici reali.
Oggi, il pescatore riempie la sporta con una varietà nuova che comprende carassi, persici sole o persici trota, pesci gatto e siluri, fino ai terribili gamberi americani. ( nella foto un pesce persico)

Davanti all’invasione di specie ittiche "straniere", molti esemplari autoctoni sono scomparsi, com’è il caso del gamberetto di fiume, per altre si è avviata una politica di protezione della specie.

Negli ultimi anni, il lavoro di tutela si è potenziato grazie all’incontro tra Università dell’Insubria e Provincia.
Insieme, Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Molecolari diretto dal professor Marco saroglia e Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca, guidato da Bruno Specchiarelli, hanno avviato un’opera di ripopolamento di alcune specie ( come le anguille) e di coltivazione protetta ( come il persico) per limitare i danni dell’invasione, spesso barbarica, di altre tipologie molto più aggressive e predatrici.

Nei nostri laghi e fiumi, non è raro incappare nel "pesce siluro", un bestione che può arrivare sino  a 3 metri di lunghezza per 150 chili di peso ( nel fiume Po) anche se, nei nostri bacini, la sua crescita è contenuta: il più grosso siluro pescato raggiungeva i 45 chili per un metro di lunghezza.

Specie protetta per eccellenza è il persico, che le diverse equipe di ricerca dell’Insubria monitorano nelle acque del lago di Varese anche a livello molecolare: « teniamo d’occhio i nastri di uova depositati dalle femmine – ha spiegato il professor Saroglia – per capire sia il numero degli esemplari femmina, sia la loro età e, quindi, la loro sopravvivenza». Sotto la guida del professor Giovanni Bernardini, direttore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze molecolare, il persico viene analizzato geneticamente: « Attraverso la presenza o meno di alcuni indicatori, riusciamo a capire se il pesce si sta alimentando adeguatamente o ha fame. Se c’è sufficiente ossigeno».

Studi, dunque, che riguardano tutto l’ecosistema: «Per noi sono elementi determinanti a capire come sta evolvendo questo specchio d’acqua – ha commentato l’assessore Specchiarelli.

I lavoro di ricerca dell’Insubria ha dato vita ad un "catalogo": in un CD rom, che sarà distribuito dalla Provincia in tutte le scuole e verrà dato ai pescatori, sono elencate le specie ittiche presenti in provincia: quelle alloctone e quelle autoctone. Si tratta di un lavoro multimediale che, attraverso alcune domande, permette di conoscere l’aspetto fisico e le caratteristiche di ogni singola specie ( alimentari e habitat) e la sua distribuzione nel territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2007
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