Provinciali, Busto vota… anzi no

Scetticismo generalizzato verso la politica, soprattutto fra i più anziani

A Busto Arsizio, a pochissimi giorni dal voto, i cittadini non sembrano struggersi dalla voglia di correre alle urne: sembra prevalere semmai quella di andare al mare, soprattutto fra i pensionati. Una capatina in centro è sufficiente a raccogliere qualche opinione. Così il signor Luciano, riguardo al voto provinciale: «Spiacente ma a votare proprio non ci andrò questa volta, Sono delusissimo, qui si promette ma non si mantiene mai. I politici non fanno quel che dicono, la loro è la solita politica all’italiana». Anche Matteo e Costantino, due amici di una certa età che incrociamo sotto i portici di via Milano, sono molto scettici, e intenzionati a non recarsi alle urne. «Ho appena smesso di andare a votare» spiega Matteo come si trattasse di aver smesso di fumare, «dai politici non c’è più nulla da aspettare, qui manca veramente il senso minimo della giustizia e dell’onestà». «Domenica vado in montagna» aggiunge l’amico Costantino, «tanto alla fine, come mi diceva già il mio capomastro quando lavoravo in Francia, sono sempre i soldi, l’argent, che muovono tutto». Vittorio e Sandro, anche loro pensionati, hanno invece ricevuto una precisa indicazione di voto («per una persona che conosco» precisa il primo); sanno dunque molto bene che si vota, e soprattutto come si vota. Sandrò però non potrà essere della partita, dice: sarà all’estero – si spera non per sfuggire alle conseguenze del voto dell’amico…

Un po’ meno catastrofisti i giovani, ma il sospetto che la fregatura sia in agguato serpeggia anche lì. Claudio, venticinque anni, non di Busto ma comunque di un Comune della provincia, sa delle elezioni imminenti: «con tutti i manifesti e i gazebo impossibile non saperlo… ma a che servono poi? Uno sa già per chi voterà». Qualche difficoltà ce l’ha con le modalità (caselle da barrare, eccetera), e non sa i nomi dei candidati, a parte Reguzzoni, ma la cosa di certo non lo preoccupa. Alessandra e Laura, studentesse universitarie, sono relativamente ben informate: ricordano perlomeno il cognome dello sfidante principale e hanno idee chiare su come e per chi votare anche se «onestamente non ci aspettiamo molto da nessuno, poi la provincia non è che ti cambia la vita».

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Pubblicato il 25 Maggio 2007
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