Un ex sindaco con il dente avvelenato
Gianfranco Tosi: «Sono sempre stato sereno su questa vicenda. Vogliono indagare ancora? Facciano pure, ma mi preoccuperei di più per quello che è avvenuto dopo di me»
Gianfranco Tosi, ex sindaco di Busto Arsizio, è chiaramente soddisfatto per l’esito del processo che lo ha visto assolto con formula piena dall’accusa di abuso d’ufficio per gli emolumenti riconosciuti ad alcuni dirigenti durante il suo ultimo mandato da sindaco (prima del 2002). «Mi sono sempre detto tranquillo riguardo al processo messo in piedi nei nostri confronti» afferma sicuro. «Questo perchè so bene quello che avevamo fatto, e conosco i risultati raggiunti con il nostro operato. Poi, è chiaro che non tutti la pensano come me». Riguardo alla costituzione del Comune come parte civile nel processo, Tosi commenta freddamente: «Non era necessario, e l’attuale amministrazione lo sapeva. Ognuno fa le se scelte e se ne assume le responsabilità» . A Farioli fischieranno le orecchie: «Non siamo scesi in polemica su questo punto perchè eravamo fiduciosi in un esito positivo» aggiungerà con quella che per lui equivale alla più soave diplomazia anche l’usualmente abrasivo segretario cittadino della Lega Giuseppe Gorini.
Ad aggiungere ulteriori paradossi in questa storia il fatto che l’ex sindaco Tosi era a sua volta difeso da… un sindaco, vale a dire l’avvocato Attilio Fontana, primo cittadino di Varese e suo compagno di partito nella Lega Nord – oltre che, da qualche tempo, a sua volta preso di mira in astiose polemiche mediatiche tutte interne alla CdL. Decisamente curioso è anche, dal punto di vista legale, lo strano andazzo di una vicenda che vede da un lato un’assoluzione piena sul piano penale, e dall’altro cifre consistenti restituite o sul punto di essere restituite in sede civilistica da chi le aveva percepite in modo "indebito" (a questo punto serve un bel punto di domanda: indebito sì o no? e quanto indebito, se sì?).
Il tutto mentre voci fuoriuscite da Palazzo Gilardoni fanno intravvedere all’orizzonte nuovi problemi. «Sono davvero curioso di vedere come procederà per queste nuove situazioni anomale, che peraltro non hanno a che fare con la mia amministrazione» commenta Tosi riferendosi a parte di quanto sarebbe emerso dalle ultime verifiche. Tornando ai più recenti mormorii di palazzo relativi al suo mandato, «Giro d’Italia?» risponde. «La nostra partecipazione come arrivo di tappa fu trasparente; non solo, ma ottenemmo quel grande successo mediatico ad un costo davvero irripetibile e straordinario. Si vogliono aprire altre indagini? Prego, facciano pure: non ho timori, so come ho agito. Mi preoccuperei un po’ di più, di altre cose accadute dopo la fine del mio mandato». Intanto, ciò che per la Corte dei Conti era un’irregolarità amministrativa e per la Procura un abuso d’ufficio, con l’assoluzione diventa un esempio di meritocrazia applicata – questa, di fatto, la linea difensiva che ha prevalso, stabilendo un precedente dalla conseguenze imprevedibili.
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