Un secolo di cultura al servizio della montagna
Presentato ad Amor di libro il volume pubblicato dalla sezione varesina del cai "Nozioni di avvicinamento alla montagna"
È una storia gloriosa quella del Cai di Varese. Centouno anni di escursioni, arrampicate, spedizioni e tanta, tantissima, formazione per chi si vuole avvicinare alla montagna. La sezione di Varese conta 2500 soci, una fetta significativa dei 300 mila iscritti a livello nazionale.
(foto, da sinistra: Eligio Trombetta, Marco Meazzini Edoardo Tettamanzi)
In occasione della manifestazione Amor di libro, la sezione di Varese ha realizzato un libro dal titolo "Nozioni di avvicinamento alla montagna". Una pubblicazione agile, come deve esserlo chi va in montagna, facile da portare in giro. «Questo volumetto – spiega Edoardo Tettamanzi, consigliere del Cai – ha tra i suoi temi fondamentali la sicurezza, il rispetto per l’ambiente, l’avvicinamento alla montagna per trarre i maggiori benefici in termini spirituali e fisici senza arrecare danni a ecosistemi delicatissimi. Sia ben chiaro, non è sufficiente leggere questo libro per andare in montagna, occorre sempre essere accompagnati da guide esperte. Questo libro dà la consapevolezza che ci sono delle tecniche che quando si va in montagna occorre conoscere».
Marco Meazzini, istruttore di alpinismo, ha invece sottolineato l’importanza culturale del Cai: «L’anno prossimo la nostra scuola compie 50 anni. La spinta principale del Cai è la sua azione di diffusione della cultura della montagna attraverso i corsi e anche le testimonianze, perché è importante avere un rapporto diretto con chi va in montagna. Tutti i mesi, infatti, nell’Aula Magna dell’università dell’insubria organizziamo delle conferenze con personaggi di spicco del mondo alpinistico».
Le commissioni regionali delle Attività produttive e Affari istituzionali stanno rivedendo tutte le leggi riguardanti la montagna e le relative comunità: «Il cai – spiega Stefano Tosi, consigliere regionale diessino – è uno dei nostri interlocutori in questo passaggio di revisione della normativa. Lo scopo è quello di dare strumenti più efficaci alle popolazioni delle comunità montane, a partire da maggiori stanziamenti di risorse».
Il Cai si deve accontentare del secondo posto per quanto riguarda il primato continentale della fondazione: «In europa il primo club alpino – dice Eligio Trombetta, istruttore ed ex presidente del Cai varesino – è stato quello inglese. Un paradosso perché gli inglesi non hanno montagne. Subito dopo è nato quello italiano».
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