Quando al lavoro si andava con il “Gamba de Legn”

Al Museo della Scienza un evento celebrativo per il tram a vapore più amato dai milanesi

Erano le 19.14 del 31 agosto 1957 (nella foto). Il piccolo tramvai a vapore che per quasi ottant’anni aveva garantito i collegamenti fra il centro urbano e i paesi del circondario milanese si accingeva a compiere quello che sarebbe stato l’ultimo viaggio della sua gloriosa esistenza. Lo conduceva il Marmonti, da tutti chiamato “el Luisin”, ed il suo incedere era lento e difficoltoso, non certo per la vetustà o l’inefficienza dei materiali rotabili, quanto piuttosto per l’immensa folla che riempiva strade, piazze e viali per tributargli l’ultimo e affettuoso saluto. I milanesi amavano il “Gamba de Legn”: la piccola locomotiva che sbuffava, fischiava e cigolava fu parte della storia della città di Milano come mai, forse, un mezzo di trasporto. Sulle carrozze trovarono conforto soldati feriti e moribondi durante la prima guerra mondiale e, nel 1943, – come ricorda precisamente Francesco Ogliari, autentico esperto oltre che grande appassionato in materia, nella sua “Storia dei Trasporti Italiani” – fu proprio “el Gamba de Legn”, dopo i bombardamenti più disastrosi, a rimorchiare le vetture tramviarie abbandonate sulle strade per evitarne la completa distruzione.

Oggi, a 50 anni esatti di distanza da quell’ultimo e commovente viaggio, Milano celebra ancora una volta il “suo” tram a vapore. Lo fa con un evento speciale, venerdì 31 agosto prossimo, dalle 20.00 alle 24.00, al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, dove i cimeli (al Museo è conservata una delle poche motrici “Gamba de Legn” ancora esistenti) e le immagini in esposizione consentiranno di riviverne la storia insieme a quella di un’intera generazione di italiani, dalla Grande Guerra agli anni della ricostruzione e dello sviluppo industriale. Nel Padiglione Ferroviario del Museo andranno in scena quattro repliche dello spettacolo teatrale dedicato al mitico tram, e per tutti gli appassionati di musica saranno invece numerosi i momenti di intrattenimento a firma del gruppo dixieland-jazz anni ’20 “Milanoans”.

“Emozionarsi di fronte a un tram – ha commentato l’Assessore al Turismo del Comune di Milano Massimiliano Orsatti nel presentare l’iniziativa – può apparire forse esagerato, ma chi ama davvero la nostra città, i suoi simboli e le sue storie più rappresentative non può certo esimersi dal farlo di fronte al “Gamba de Legn”, una delle icone più autentiche dello sviluppo sociale e economico dell’ultimo secolo.”

Racconta sempre Francesco Ogliari nella sua “Storia dei Trasporti” che proprio grazie al “Gamba de Legn”, una motrice piccola, leggera e versatile e capace di trainare anche quattro o cinque vetture, il pendolarismo, ovvero la possibilità di vivere in luoghi più economici pur lavorando in città, divenne effettivamente una possibilità reale: negli anni delle due guerre le persone che quotidianamente affollavano le carrozze del tram milanese erano talmente numerose da doversi “accomodare” anche sopra il tetto. Di quali fossero, poi, le motivazioni del curioso “soprannome”, a pochi – o forse a nessuno – è dato di saperlo: il suo lento e claudicante incedere, forse, o magari il fatto che durante i suoi viaggi gli capitò di investire e mutilare – con conseguente protesi in legno – qualche sfortunato malcapitato. Quel che è certo è che aprendo le pagine del “modernissimo” internet e facendo una breve ricerca sul famigerato soprannome è possibile scoprire un’infinità di forum dedicati con altrettanto curiosi e divertenti suggerimenti in proposito: c’è ad esempio chi vanta una zia 89enne secondo cui il discusso soprannome deriva da un incedere lento e con un fastidioso rumore sincopato del tipo “to-toc to-toc” simile proprio al suono dei passi di una gamba di legno, o chi parla di un nome chiaramente derivante dall’essere “tutto in legno”, o ancora chi vede nel soprannome un chiaro riferimento all’alimentazione “che avveniva a legna”.

Se dunque il vecchio “Gamba de Legn” è ormai da cinquant’anni solo un felice ricordo della Milano che fu, è anche vero che il suo nome suscita ancora l’entusiasmo e la curiosità di tanti giovani di oggi. Che, noi ci crediamo, accorreranno numerosi alla serata di venerdì 31: per tributare al vecchio ed illustre pensionato un saluto che sia degno della sua lunga e emozionante storia.  

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Pubblicato il 29 Agosto 2007
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