Nuove regole, una rivoluzione per i giovani atenei
Anche le università varesine dovranno fare i conti con i parametri introdotti dal Ministero. Per ogni anno di corso saranno necessari almeno quattro docenti di ruolo
Sette su dieci. Tante sono le facoltà italiane che dovranno fare i conti con le nuove regole fissate lo scorso 26 ottobre dal ministro dell’Università Fabio Mussi. I "conti", nel vero senso del termine, perchè per attivare un corso sarà necessario disporre di quattro docenti di ruolo per anno. Per un corso di laurea serviranno quindi almeno 12 professori (3 anni), per una laurea magistrale 8 (2 anni), per una laurea a ciclo unico 20 e 24 se la durata è di sei anni. L’adeguamento inoltre dovrà inoltre essere piuttosto rapido: entro la data limite del 2010.
Chi è più a rischio? Da una prima analisi sui dati, pubblicati sul Sole 24 ore (fonte: Ministero dell’Università), sembrerebbero esserlo gli atenei più giovani, mentre escono quasi illese le facoltà storiche come quella di giurisprudenza della Statale di Milano o di architettura della Iuav di Venezia.
Sono davvero pochi – solo il trenta per cento – gli atenei che potranno però dormire sonni tranquilli. E tra questi non ci sono quelli varesini che, per mettersi "in regola" con i nuovi parametri, dovranno riorganizzare i loro corpi docenti. All’Insubria di Varese e Como la sola facoltà che non deve temere le novità, seppur per un soffio, è quella di economia dove i docenti di ruolo sono 43 mentre quelli richiesti 40. Discorso diverso invece per giurisprudenza dove ne sono presenti 53 contro i 76 previsti, medicina e chirurgia che conta 119 professori contro i 148 necessari e infine scienze che ne ha 159 e dovrebbe averne 268. Anche la Liuc di Castellanza dovrà rivedere la sua organizzazione: mentre a economia mancano solo tre professori (ce ne sono 17 contro i 20 richiesti) per giurisprudenza lo sforzo dovrà essere maggiore: i professori sono otto, ne servirebbero 40. Più docenti di ruolo serviranno infine anche alla facoltà di ingegneria che ne ha 9 mentre sono 20 quelli previsti.
Per gli atenei giovani il Ministero ha concesso un po’ più di tempo per adeguarsi alle nuove regole: le università non statali, quelle che hanno meno di quindicimila iscritti e quelle nate dopo il 1994 avranno una proroga di due anni e dovranno perciò rientrare nei parametri entro il 2012.
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