Anpi: ricordiamo Luciano Zaro, raro esempio di dignità
Il partigiano fu assassinato la sera del 24 Novembre 1944, nella propria abitazione nella frazione di Arnate a Gallarate, mentre era assieme alla madre
Riceviamo e pubblichiamo
L’Anpi di Gallarate, nell’approssimarsi della ricorrenza dell’assassinio di Luciano Zaro, ed in un contesto nazionale e locale che vede una preoccupante esplosione di violenze diffondersi nel Paese, vuole, ricordando il sacrificio di quanti per ben altri ideali seppero immolare la loro giovane esistenza, compiendo così scelte fondamentali per l’avvenire del Paese, rinnovare la memoria storica di quanto è stato, adempiendo alla sua funzione di vigile presidio antifascista.
Luciano Zaro fu assassinato la sera del 24 Novembre 1944, nella propria abitazione nella frazione di Arnate in Gallarate, mentre era assieme alla madre: alcuni tristi figuri della Brigata Nera agli ordini del famigerato Maresciallo Crosta, con il pretesto di cercare armi nascoste dai partigiani, fecero irruzione nella casa.
Il giovane Zaro rispose pacatamente ai pressanti, minacciosi interrogatori, affermando che nella sua casa non vi erano armi di nessun genere: nonostante ciò, e nonostante in effetti non furono ritrovate armi, il Maresciallo Crosta ne ordinava comunque l’arresto, intimandogli di seguirlo in caserma. Il ragazzo, visti inutili i suoi argomenti di difesa, si apprestò quindi ad indossare un capo di vestiario che lo proteggesse dal freddo, e mentre ciò faceva, il Crosta, con inaudita ed inutile ferocia, lo freddava proditoriamente con una serie di colpi di pistola, dinnanzi alla madre sgomenta ed impietrita dall’orrore.
Dopo aver messo a soqquadro la casa alla vana ricerca di armi, non trovando nulla, la squadraccia fascista abbandonò il luogo dell’efferato delitto, lasciando dietro di sé un morto ed una madre nella disperazione.
Verso la fine del ’44 la 127^ Brigata Garibaldi S.A.P., alle dirette dipendenze del C.L.N. (Comitato Liberazione Nazionale) di Gallarate, divenne la 181^ Brigata “Luciano Zaro”, in memoria del ragazzo così barbaramente trucidato.
L’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ne affida la memoria alle generazioni attuali e future, nel convincimento che il sangue innocente versato sia da esempio affinchè la barbarie vissuta non abbia mai più a ripetersi.
Il Presidente
Giuseppe Gatti
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