“Assedio” all’arbitro, esonerato l’allenatore

Ubaldo Leuchi chiede di incontrare l'arbitro Palazzo per chiedergli scusa, ma smentisce di aver malmenato il giovane direttore di gara

È finita come in tanti si aspettavano. Ubaldo Leuchi, l’allenatore al centro della polemica dopo il burrascoso finale di Varano-Arnate, è stato sollevato dall’incarico. La società presieduta da Luciano Romanelli si è riunita in consiglio direttivo e ha deliberato al termine dell’allenamento di martedì 20 novembre il licenziamento del mister. Leuchi aveva comunicato ai suoi giocatori la decisione della società con largo anticipo, incassando da molti di loro attestato di solidarietà. Al suo posto già dall’amichevole di questa sera siederà Tiziano Pupin, già allenatore dei varanesi due anni fa: «Abbiamo deciso così dopo i fatti di domenica – spiega Romanelli -. Il nostro allenatore è entrato in campo sebbene espulso, un comportamento da censurare: non credo che abbia malmenato l’arbitro, però. Spero che la federazione tenga conto del comportamento sempre inappuntabile del pubblico e della dirigenza dell’As Varano Calcio negli ultimi dieci anni: temo una multa, mi auguro non troppo pesante».  

Leuchi ha poca voglia di commentare. In questi giorni su VareseNews, nel nuovo canale dei commenti agli articoli, si è scatenato il popolo del calcio minore: solidarietà, rimproveri, a volte parole pesanti e attestati di stima da tenere in bacheca per il discusso mister. Come ha scritto qualcuno: “O lo ami o lo odi, ma è per sempre”. Leuchi ammette di aver sbagliato, che avrebbe dovuto evitare di entrare nel recinto di gioco al termine del match e che non avrebbe dovuto strattonare l’arbitro Francesco Palazzo per farlo tornare in campo a terminare un match secondo lui finito troppo presto. Nega però con forza di averlo malmenato o peggio picchiato, come invece ha detto il direttore di gara: «Spero di incontrarlo – commenta Leuchi -, magari grazie alla mediazione dell’associazione arbitri di Gallarate: gli chiederei scusa per l’approccio esagerato. Non pretendo che lui ammetta gli errori tecnici che per me ci sono stati, a cominciare dalle ammonizioni inique per finire col recupero ridicolo di soli due minuti, ma chiedo con forza che quel ragazzo dica la verità, smentendo che l’ho picchiato: l’ho solo strattonato per farlo tornare in campo a finire il match. Quando è corso al centro del terreno di gioco, pensavo con tutto onestà riprendesse la partita, invece sappiamo com’è andata. Chiedo solo che la verità venga fuori». 

La storia dell’ormai ex allenatore del Varano è complessa, fatta di 25 anni di campo, sudore, tante panchine e parecchie squalifiche, tutte provocate dal caratteraccio da toscano che Leuchi ammette di avere nel dna: nel 1992 fu radiato al termine di una partita a dir poco agitata, ma la radiazione venne poi cancellata per errori di forma e dopo quattro anni tornò sui campi. Leuchi si aspetta la mazzata: questa sera, mercoledì 21 novembre, il giudice sportivo renderà note le proprie decisioni sulle squalifiche. Ad andar bene prenderà 3 anni: «Mi fa rabbia che peserà la squalifica che ho preso ad inizio stagione, 20 giorni senza aver fatto nulla: ho solo chiesto all’arbitro di uscire dal recinto di gioco perché non stavo bene e lui mi ha cacciato. Andrò comunque avanti ad allenare – chiosa Leuchi -: è la mia vita, la mia passione. Se non potrò farlo nei ranghi della Figc lo farò in altre federazioni o in Svizzera. Ho un carattere focoso, ma non sono cattivo: gli attestati di stima dei miei ex giocatori ora padri di famiglia sono una consolazione nell’amarezza di questi momenti». 

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Pubblicato il 21 Novembre 2007
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