Da Besano arriva il Tanistròfeo: quasi meglio del mostro di Lochness

Presentata a Milano la ricostruzione dell'animale mesozoico, che è stata possibile solo con i ritrovamenti in Valceresio

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Da Besano ecco il tanistròfeo 4 di 8

Dalle montagne di Besano, lo sappiamo già da un po’, salta fuori di tutto: soprattutto fossili di tutti i generi che raccontano di un mondo di 200 milioni di anni fa in modo sempre più accurato. E i dintorni del paese della Valceresio sono stati risolutivi anche per dare un volto e una fisionomia vera ad un rettile preistorico che gli scienziati avevano già classificato, ma facendo un po’ di confusione. Del Tanistròfeo, il rettile la cui fisionomia “vera” è stata mostrata per la prima volta questa mattina, 22 novembre 2007, presso il Museo di Storia Naturale di Milano, fino ad ora infatti si sapeva innanzitutto che era “uno dei rettili più bizzarri del mesozoico”. Ma come lo fosse, non era poi così chiaro.

«Bizzarro lo è perché ha un collo lungo il 50 per cento del suo corpo, un tronco corto e una coda che occupa un altro 30 per centro del corpo: se non fosse un po’ cicciotto sembrerebbe quasi un serpente». A descrivere in questo modo l’animalone di 200 milioni circa di anni fa è Giorgio Teruzzi, conservatore di Paleontologia al museo di Storia Naturale di Milano e direttore del Museo dei fossili di Besano. «Ricorda da lontano, per dire, il mostro di Lochness. Che ovviamente, in quanto mostro di Lochness, non esiste. Ma che stando alle descrizioni è un plesiosauro, cioè un rettile di 190 milioni di anni fa. Il plesiosauro però aveva le zampe a pinna, adatte al nuoto: il Tanistrofeo ha invece delle zampe da lucertolone, un cranio simile a quello dei coccodrilli e il collo di una giraffa».

Non si può proprio dire che fosse bello, effettivamente. Ma questa descrizione è possibile solo ora, da quando gli studi sugli esemplari ritrovati a Besano negli anni novanta si sono compiuti: «Il Tanistrofeo, infatti,  è noto fin dalla seconda metà dell’ottocento. Ma solo gli esemplari degli scavi più recenti a Besano, gli esemplari migliori mai trovati, hanno permesso di scoprire che non aveva una testa di lucertola ma di coccodrillo, e che le  zampe servivano per forma primitiva di nuoto: non era perciò un animale terrestre ma prevalentemente marino, che a terra probabilmente ci andava solo per deporre le uova».

I ritrovamenti di Besano sono eccezionali soprattutto per la loro completezza: si tratta infatti di due individui interi (uno della lunghezza di un metro e trenta e uno di un metro e 50: praticamente due adolescenti, visto che la dimensione adulta è intorno ai 4-5 metri) e diversi frammentari. Che hanno permesso di sgombrare molta confusione sull’animale: «Era talmente strano che per 50 anni, in base ai primi ritrovamenti, l’hanno preso per un rettile volante. Avevano dei pezzi di vertebra che credevano fosse un attacco d’ala, e invece erano semplicemente vertebre di quello strano collo…»

Un collo che, lungo così, serviva giusto per nuotare. Per vivere dunque nell’ambiente delle prealpi di 200 milioni di anni fa. Un ambiente, secondo le ricostruzioni attuali, quasi da catalogo Valtur: «nella zona tra Varese la Valceresio e l’Altomilanese 230 milioni di anni fa c’era il mare. Un mare che possiamo immaginare come una via di mezzo tra le Bahamas e il Golfo Persico: molto caldo, calmo, con tante isole e sullo sfondo vulcani. E  dove nelle terre emerse vivevano animali vari, molti dei quali erano appunto marini, tra cui l’altro rettile di Besano, il Besanosauro il cui scheletro completo è conservato nel museo di Besano. Contrariamente a lui, il Tanistròfeo non era un gran nuotatore: ma evidentemente passava anch’esso la sua vita in mare».

Scoperta e ricerca sono frutto di una lunga collaborazione tra il museo di Storia naturale di Milano e il museo di Besano, che quest’anno festeggia il 160esimo anniversario del primo ritrovamento fossile. «Molti dei fossili del museo di storia naturale di Milano erano stati distrutti durante i bombardamenti dell’ultima guerra – spiega Teruzzi, rappresentante di entrambe le realtà scientifiche – Così nel 1975 abbiamo cercato di ricostruire una collezione di fossili, con l’aiuto del materiale di Besano, con rapporto di mutua solidarietà: Besano mette i fossili, Milano i soldi per la ricerca e i paleontologi. Tant’è che tra i due comuni di Besano e Milano c’è una convenzione in atto al proposito».

I soldi però, ovviamente, non bastano mai, c’è quasi voglia di sponsor. Dei gadget per sostenere il Tanistròfeo, magari? «A dire il vero del Tanistrofeo i modellini ci sono già, ma sono un po’ obsoleti: la loro testa è stata costruita secondo le ricostruzioni fatte prima del ritrovamento di Besano». Ora, bisognerà aggiornarli.      

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Pubblicato il 22 Novembre 2007
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