Federalismo e televisione, per Albertoni una priorità
I lavori del convegno organizzato dal Consiglio Regionale e dal Corecom con oggetto il “federalismo nel sistema televisivo pubblico e privato” in Lombardia
“Il Convegno Comunicare il territorio svoltosi oggi nell’Aula del Consiglio Regionale della Lombardia è strettamente legato al percorso di attuazione della Costituzione che il Consiglio ha intrapreso dal 6 luglio 2006. Tra le 12 materie che formano la piattaforma istituzionale e politica per l’impianto e l’avvio della nuova autonomia per la Lombardia, l’ “ordinamento della comunicazione” figura al quinto posto, quindi come priorità assai alta”.
E’ quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio regionale della Lombardia , prof. Ettore A. Albertoni, nella sua introduzione ai lavori del convegno organizzato dal Consiglio Regionale e dal Corecom che ha avuto per oggetto il “federalismo nel sistema televisivo pubblico e privato” della nostra Regione.
“Tale priorità – ha sottolineato il Presidente Albertoni – è stata formulata in un documento oggetto delle trattative tra la Lombardia e il Governo centrale che recita testualmente:
“1. Riconoscimento di un ruolo più incisivo per la Regione, in particolare per quanto attiene la definizione del rapporto tra Regione e Concessionaria del servizio pubblico (RAI) e per il conseguente impiego a livello regionale di una quota del canone RAI versato dai cittadini residenti in Lombardia e dei proventi pubblicitari.
“
“3. Per consentire di governare il sistema regionale delle comunicazioni in modo flessibile ed aderente alle esigenze dei cittadini consumatori e all’evoluzione del mercato favorendo in tal modo lo sviluppo e la convergenza multimediale, si intendono inoltre acquisire, attraverso il CORECOM [ Comitato Regionale per le Comunicazioni], le rispettive competenze in capo all’Autorità per le Comunicazioni.
“4. Particolare attenzione deve essere data al ruolo della Regione Lombardia nell’ambito della produzione e della distribuzione nonché nello scenario della innovazione tecnologica, della digitalizzazione e della multimedialità e infine nella comunicazione di pubblica utilità.
“5. Lo sviluppo di questo settore potrà avvenire anche in sinergia con altri attori – economici, accademici nonché le stesse pubbliche amministrazioni locali e le differenti realtà culturali e associative presenti sul nostro territorio – per la crescita della ricerca e della formazione.
“6. Un tale ruolo più incisivo della Regione Lombardia porterà ad implementare la promozione delle campagne di comunicazione su temi di rilevanza civile e sociale nonché una maggiore diffusione e conoscenza dell’identità lombarda in ambito sia nazionale che internazionale.”
“Accanto al lavoro già ultimato dal Consiglio e pur nella gestazione dello Statuto – ha precisato Albertoni -,
“Peraltro – ha aggiunto Albertoni – un dialogo su questo tema rappresenta una autentica novità e non solo per la Lombardia: esso avviene ad iniziativa del Consiglio Regionale della Lombardia, che è la più alta istanza costituzionale e politica di rappresentanza della sovranità del Popolo lombardo, ed è una prima occasione di confronto tra “addetti ai lavori”, ossia tra le professionalità istituzionali e giuridiche e quelle imprenditoriali e produttive”.
“E’ proprio in questa ottica – ha concluso il Presidente del Consiglio Regionale – che si ripropone qui ed oggi il tema dell’azione pubblica e istituzionale per il Territorio che rappresenta il filo conduttore del mio intero intervento e che non può non essere ben presente nello sviluppo di questo Convegno. Esiste, infatti, una concezione partecipata e propositiva delle istituzioni che può nascere solo dalla base territoriale e sociale per assumere una costante dimensione più generale, universale. Sottolineo anche questo come un fondamentale aspetto di una azione costituente in Lombardia, sia per evitare una ingiusta banalizzazione della formula “local-global”, ma anche perché troppo spesso sentiamo tiritere prive di qualsiasi fondamento e senso comune a proposito di un “localismo lombardo” ogni volta che parliamo di culture, identità e interessi locali, di economia o di vita materiale, di volontariato e di sviluppo. Affrontando oggi gli aspetti territoriali propri di una comunicazione da costruire nella più importante Regione d’Italia credo sia utile che ribadisca che questo presunto “localismo lombardo” non è mai esistito e tanto meno esiste oggi mentre è pacifico e , almeno a mio avviso, assai giusto e nobile che i concittadini di Carlo Cattaneo condividano ancora la sua ineguagliata definizione delle istituzioni espressa nella frase lapidaria che “Uno Stato è una gente ed una terra”. Anche questa sottolineatura non può non entrare nell’orizzonte comunicativo che ci accingiamo ad esplorare insieme”.
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