Giovani e imprenditori, ma la loro banca è ancora papà

La famiglia resta il "canale di finanziamento" principale dai nuovi volti dell'economia. Lo sostiene un'indagine di Cna Lombardia

Fatture da pagare, spese per i locali da sostenere e costi d’acquisto da mettere in conto. Non bastano le parole e le idee: a un giovane che vuole diventare imprenditore, servono soprattutto i soldi. Cosa scegliere dunque, le banche o le tasche di papà? Può sembrare curioso ma è ancora la seconda scelta quella favorita delle nuove generazioni. Così sostiene Cna Lombardia che questa sera, nell’incontro "Imprese e giovani imprenditori – credito e possibili soluzioni", ha presentato i risultati di un’indagine svolta su un campione di ragazzi-imprenditori, iscritti e non all’associazione. Questo il risultato: il 36 per cento dei giovani associati e il 39 per cento dei non associati ha dichiarato di aver ricevuto dalla famiglia e dagli amici il sostegno economico maggiore per l’avvio di un’impresa.

«È ancora bassa la percentuale dei giovani che per dar vita a una nuova impresa o per continuare quella dei genitori scelgono il canale bancario – ha spiegato Giuseppe Vivace, Vice Segretario di Cna Lombardia -. Le risposte degli intervistati ci hanno però aiutato a capire quali sono le difficoltà che ostacolano il rapporto tra il credito e i nuovi protagonisti dell’economia. In primo piano non c’è solo l’esigenza di semplificazione e di conoscenza, spicca anche un bisogno di spazio e di fiducia. In un paese dove l’età media per fare successo è molto alta i giovani vogliono avere la possibilità di incidere sul proprio futuro»

Solo come seconda strada, secondo i dati, arriva il mondo creditizio che eroga il sostegno iniziale al 22 per cento degli associati CNA ma solo il 18 per cento di quello dei non associati. La situazione non cambia molto nemmeno quando l’impresa è avviata e il finanziamento serve per il suo sviluppo: il 29 per cento degli associati e il 28 per cento dei non associati continua ad avere il sostegno dai parenti e dagli amici aumenta però il ricorso alle banche: il 31 per cento degli associati e il 24 per cento dei non associati vi ricorre.

Ma le cose, secondo gli operatori del settore cambieranno: «L’istituto bancario che rappresento – ha commentato Alberto Giovannelli, condirettore regionale di Unicredit Banca Spa – ha una vocazione per le famiglie e le piccole e medie imprese. Sappiamo che in queste realtà esiste un problema legato alla conoscenza del mondo finanziario. Per far fronte a questo abbiamo studiato un supporto nella preparazione dell’impresa, la fase di start up e cerchiamo di offrire tassi contenuti grazie anche alle garanzie consortili. I nostri finanziamenti sono inoltre mirati, a sostegno di nuovi progetti di investimento». Anche le istituzioni sembrano voler "corteggiare" gli imprenditori delle nuove generazioni. Questo almeno, l’obiettivo presentato da Gianluca Lo Scalzo rappresentante della Regione Lombardia che nel suo intervento ha illustrato le novità in materia di credito introdotte dalla legge regionale 1 del 2007 e le nuove opportunità studiate su misura per gli artigiani (suddivise in tre principali modalità: microcredito artigiano agevolato, credito artigiano agevolato e sviluppo aziendale). A fare gli onori di casa è stato infine Daniel Vivona, presidente del Gruppo Giovani imprenditori di CNA Varese.

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Pubblicato il 20 Novembre 2007
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