Per il Cesvov il bilancio sociale non è una moda

Un documento non obbligatorio ma di grande interesse per le informazioni che fornisce. Per il Centro servizi per il volontariato è la terza volta

C’è chi il bilancio sociale lo fa per moda, chi lo redige per professione e chi, come il Cesvov (Centro servizi per il volontariato della provincia di Varese), lo fa per passione civile.

Un atto non obbligatorio per legge e dunque ancor più importante in quanto scelta di responsabilità.  «Il bilancio sociale è un atto di trasparenza nei confronti della collettività. Lo si fa perché  si è convinti del valore dell’apertura al dialogo». Così sintetizza il significato del bilancio Cristiana Schena, docente universitaria e vicedirettore del CreaRes, il Centro di ricerche su etica negli affari e responsabilità sociale dell’Università dell’Insubria, che ha realizzato materialmente il documento.
(foto da sinistra: Vincenzo Saturni, Maurizio Ampollini e Cristiana Schena)

La presentazione del bilancio sociale 2006 (il primo risale al 2004) è avvenuta nella nuova e bella sede del Cesvov nel complesso del collegio De Filippi, alla presenza del presidente Vincenzo Saturni e del direttore Maurizio Ampollini.

Tre capitoli (identità, governance, attività) per 107 pagine, spiegate nel dettaglio da Alessandro Livraga, e la prefazione di Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo.

Il bilancio sociale fornisce moltissime informazioni che vanno al di là  dei calcoli contabili. Accanto alle fredde cifre il documento illustra la vita del Cesvov: l’organico, le attività, i servizi, gli interlocutori e i portatori di interesse.

Dopo una chiusura negativa del 2006 con un deficit  di 56 mila euro, dovuta alla contrazione negli ultimi due anni delle erogazioni del Fondo speciale per il volontariato della Regione Lombardia (erano cresciute fino al 2004), le prospettive per il futuro sembrano migliori. Le assegnazioni di fondi per il  2007 infatti ammontano a 779 mila euro, cifra che potrebbe aumentare grazie ai fondi dovuti come perequazione per il 2006. Risorse che potranno essere usate per i servizi erogati agli utenti che fanno segnare una crescita del 18,2 %, (1.563) con una variazione significativa nella loro composizione. Crescono le organizzazioni di volontariato iscritte ( + 5,22%) e gli utenti singoli, diminuiscono le associazioni senza scopo di lucro (-6,7%), i gruppi informali ( -25,92%),  enti pubblici  (- 24,10%), altre organizzazioni senza scopo di lucro (-59,09%). 
«Nel bilancio 2006 – dice Saturni –  si è lavorato per sviluppare iniziative di ascolto soprattutto con gli stakeholder ossia i portatori di interesse».
Un bell’esempio per tutto il territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Novembre 2007
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