Scontro ladri e carabinieri, il Gip: non è tentato omicidio
Inseguimento con sparo: il colpo era fortuito. Arresto convalidato, ma per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rapina
Resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rapina. Con queste accuse il Gip Giuseppe Battarino ha convalidato l’arresto dei due scippatori bloccati giovedì scorso da due pattuglie dei carabinieri dopo un inseguimento lungo la varesina. L’arresto per tentato omicidio, però, secondo la decisione del giudice delle indagini preliminari, non sarebbe giustificato dalla dinamica dell’ inseguimento e del successivo arresto. Si alleggerisce, dunque, la posizione dei due scippatori coinvolti nello sfondamento del posto di blocco a Tradate e nel successivo scontro con l’esplosione di un proiettile.
Nello scontro finale, l’auto dei malviventi aveva colpito un carabiniere al quale era partito accidentalmente un colpo di mitraglietta, poi l’auto era stata bloccata da una seconda vettura dei militari.
Il giudice ha ascoltato questa mattina (lunedì) in carcere i due uomini, Alessandro De Vito 25 anni e Ernesto Lorenzini, 27 anni. I due giovani, che fanno abituale uso di eroina, avrebbero sostanzialmente ammesso di aver scippato una donna di 63 anni nel parcheggio del centro commerciale Belforte, dopo aver individuato una vittima adatta. Poi sono fuggiti pensando di farla franca. Anche la dinamica dell’investimento, secondo la decisione assunta dal gip, sembrerebbe avvalorare l’ipotesi che i due volessero solo fuggire e non investire il carabiniere. Il militare è stato infatti colpito con la portiera laterale, mentre l’auto cercava di incunearsi tra il brigadiere e la vettura dei militari.
Lo spazio però era troppo stretto, l’auto ha colpito il carabiniere, e dalla mitraglietta è partito un colpo che è entrato nel finestrino trapassando l’avambraccio sinistro di Lorenzini e andando poi a colpire un dito della mano opposta. Così si spiegherebbe il fatto che l’autista aveva anche un dito rotto. Gli scippatori hanno alcuni precedenti e hanno anche raccontato di aver dormito nella Fiat Marea usata per il colpo, per una settimana, prima dell’inseguimento.
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