Un posto nel mondo presenta “Il mio paese”
La rassegna cinematografica di Filstudio 90 tocca il tema del lavoro con il film di daniele Vicari
In occasione della rassegna cinematografica dal titolo "Un posto nel mondo" giovedì 22 novembre nella sala di Filmstudio 90 verrà proiettato il film di Daniele Vicari "Il mio paese", vincitore del david di Donatello, l’oscar del cinema italiano. Ecco la trama.
Tra le strade di Gela, nel
porto e sulle spiagge, si intersecano le testimonianze dei primi protagonisti
del documentario: un sindacalista edile, lucidamente consapevole delle
insufficienze della storia industriale della sua città, un pescatore che non si
arrende a un destino da migrante, gli extracomunitari scampati alla traversata
del Mediterraneo, in cerca di un’identità sociale. Questo pezzo di Sicilia è
quotidianamente percorso dai pullman che ancora oggi portano gli italiani a
lavorare all’estero, in Germania, verso il Nord. Il regista viaggia con loro,
la prima tappa è Termini Imerese, simbolo di un declino industriale reso ancor
più cupo dallo spettro di una nuova povertà.
In Basilicata, le catene di montaggio della Fiat di Melfi convivono con il
tentativo di strutturare un’economia agricola di qualità, rafforzata dalla
collaborazione tra i piccoli produttori, dalla storia antica di ogni vigneto e
di ogni paese. Il futuro appare gravato da un senso di solitudine e di fatica.
È lo stesso disagio che traspare dalle parole dei ricercatori dell’Enea,
personalmente impegnati nello studio di fonti alternative di energia e tuttavia
critici nei confronti dell’attenzione che il paese riesce a dedicare a questo
settore strategico.
Il pullman corre sull’ autostrada, la fermata successiva è Prato, cuore di un
distretto industriale che ha divorato la promessa di bellezza e guadagno degli
anni Ottanta e che si ritrova a fare i conti con i nuovi scenari internazionali
e con la concorrenza certo non tenera dei cinesi. Lo scrittore Edoardo Nesi, ex
imprenditore tessile, usa le parole di un suo libro: i suoi ricordi, la sua
esperienza diretta del presente, per raccontare il drammatico momento vissuto
dalla sua città, in cui gli operai perdono un lavoro faticosamente conquistato
sei mesi prima e gli imprenditori ammettono il fallimento di un’intera
strategia gestionale.
Il viaggio termina a Marghera, il luogo che più di ogni altro incarna la
complessità della storia dell’industria italiana, del bivio che oggi essa
fronteggia: Gianfranco Bettin, a lungo vicesindaco di Venezia, parla tra i
canali del Petrolchimico, dell’importanza di una riflessione sul lavoro, della
necessità di scelte coraggiose per affrontare le sfide del futuro e della modernità,
senza annullare il passato. Tornano le immagini del pullman, dopo quasi 48 ore,
è arrivato in Germania, riparte vuoto per la Sicilia
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