«Una rapina da professionisti, adesso abbiamo davvero paura»

Parla il direttore del Tigros di Ponte Tresa. Da ex-guardia giurata ricorda il tragico assalto di Induno Olona del '99

Il direttore del Tigros di Ponte Tresa Maurizio Stocco parla il giorno dopo la seconda rapina nel giro di un mese e mezzo al suo supermercato. Dopo la prima avvenuta l’11 ottobre scorso arriva questo secondo colpo e la preoccupazione aumenta non solo per la frequenza inusuale delle visite dei banditi a questo supermercato ma per il modus operandi dei rapinatori che sono arrivati a pedinare un dipendente.
Maurizio Stocco è stato guardia giurata e con la mente torna alla tragica rapina di Induno Olona nel ’99 quando morirono due suoi colleghi, dello stesso istituto di vigilanza:«Ricordo bene quei fatti. Come allora ad agire secondo me è una banda fatta da professionisti – spiega il direttore – quelli che hanno agito ieri sera non erano improvvisatori. Hanno messo in atto un piano che definirei paramilitare. A me è andata incredibilmente bene due volte e a far davvero paura è che possano minacciare la tua famiglia come è accaduto al mio collega».

Non ha dubbi Stocco e ripercorre con la mente le fasi dal rapimento fino all’apertura della cassaforte:«Da quello che sono riuscito a capire di questa azione, ieri il mio collega era troppo scosso per spiegarmi tutto nei dettagli, è stato prelevato appena uscito di casa quindi i banditi lo hanno pedinato nei giorni scorsi. Successivamente – continua nel racconto – gli hanno imposto di telefonarmi per avvisare della sua assenza e lui è stato bravissimo a fingere di avere un malore che lo avrebbe costretto a casa. Io ero tranquillo e non ho sospettato di nulla. Subito dopo lo hanno legato, imbavagliato e chiuso nel baule della sua auto. A quanto ho capito ha parlato anche con i suoi genitori e anche lì è riuscito a mantenere la calma e a non destare sospetti».

I due che l’hanno sequestrato avevano il viso coperto ma dall’accento non sembravano italiani. Stocco poi continua nel suo racconto:«Ieri sera sono stato l’ultimo ad uscire attorno alle 20,15 – racconta – il tempo di arrivare a casa, fare una doccia e ricevo una telefonata da lui che mi racconta della rapina. Si sono fatti aprire la cassaforte, hanno preso 3000 euro e se ne sono andati con la sua auto lasciandolo legato. Al telefono era fortemente scosso, finalmente poteva liberare tutta l’adrenalina accumulata in un giorno intero da sequestrato, sotto la minaccia delle armi». Il ragazzo è riuscito a liberarsi da solo dopo 12 ore di sequestro e solo allora ha potuto chiamare.

Tre colpi in poco meno di un mese e mezzo cominciano a preoccupare anche se in questo caso le modalità sono state diverse sotto alcuni aspetti:  la rapina dell’11 ottobre a Ponte Tresa e quella del 6 novembre al supermercato Sisa di Cantello sono identiche in quanto i rapinatori hanno atteso che l’ultimo dipendente uscisse per poi sequestrarlo e farsi aprire la cassaforte. Questa volta, invece, il colpo è stato studiato con giorni d’anticipo in quanto pare ci sia stato un vero e proprio pedinamento del vice-direttore del supermercato. A queste tre va aggiunta la rapina ad un altro Tigros a Cantello il 25 settembre scorso. I carabinieri del comando di Luino stanno indagando su questi episodi e non si sbilanciano  anche se appare evidente che dietro almeno due delle tre rapine di questo mese e mezzo ci sia la stessa mano. Le indagini sono serrate per arrivare ad identificare i colpevoli anche se rese difficili dal fatto che in tutti e tre i casi i rapinatori, sempre due anche se è possibile che siano almeno in tre, avevano il volto travisato da maschere o passamontagna.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2007
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