Università dell’Insubria: “Salveremo il fiume delle tartarughe”

Il direttore del DASS dell'Insubria dirige un progetto di sviluppo eco compatibile a Salvador Bahia, dove scorre il Rio Pojuca

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Come si può sviluppare un territorio senza danneggiare l’ecosistema? La risposta è attualmente allo studio di un’equipe di ricerca diretta dal professor Giordano Urbini, direttore del Dipartimento Ambiene salute e sicurezza dell’Università dell’Insubria che da anni è impegnato in progetti nello stato brasiliano di Bahia.

«Lo stato federale ci ha affidato lo studio di un progetto di sviluppo eco-sostenibile del Rio Pojuca, un fiume di portata leggermente inferiore a quella del Ticino, che scorre in un’area in fortissima espansione». A meno di sessanta chilometri di distanza, infatti, sorge la città di Salvador Bahia, che, con i suoi due milioni e mezzo di abitanti, cominicia a incidere sul territorio circostante per sostenere l’elevata pressione demografica e industriale. Se lo sviluppo avvenisse senza gestione, in breve tempo la richiesta di acqua ucciderebbe il fiume.

«La missione può apparire impossibile – spiega il docente varesino – ma perchè siamo abituati a ragionare secondo i nostri canoni. In Brasile, invece, l’attenzione per il territorio e per la natura è decisamente più marcato che nella nostra società».

Il fiume, dopo aver attraversato un territorio ancora selvaggio, sfocia in un tratto di mare definito "area protetta" dall’Unesco perchè da dicembre ad aprile migliaia di tartarughe depongono le uova. Quella zona, però, è già stata individuata per un incremento del "turismo ecologico": «Lo stato federale ci ha chiesto di definire un modello di sviluppo che risponda alle esigenze di tutela del territorio. Grazie ai nostri modelli, le autorità potranno valutare le ricadute di ogni singola scelta e rendersi conto di cosa comporterà qualsiasi decisione».

Un modello di sviluppo del territorio che appare talmente semplice che vien quasi da dubitare della sua riuscita: « Quello che rende realistico questo approccio è l’elemento culturale. Tutto il popolo brasiliano è orgoglioso della terra in cui vive. È un sentimento che viene insegnato sin dalle scuole. Abbiamo tantissimo da imparare da loro: noi portiamo il modello scientifico, ma i brasiliani ci mettono la cultura».

Ma quale possono essere le direttive per sviluppare un territorio preservando la natura? «Per esempio si devono mettere le fasce di protezione territoriali vicino a terreni agricoli per evitare l’inquinamento. Oppure si deve disporre un piano di gestione dei rifiuti che tenga conto dell’impatto ambientale. Ancora, lo sviluppo industriale deve tener conto delle caratteristiche ambientali. Ci sono poi modelli di sfruttamento dei corsi di acqua che non mettono in pericolo l’ambiente, e così via».

E così il professor Urbini vola in Brasile per sviluppare un territorio in modo "ecologico". Ma perchè andar tanto lontano? : «In quel paese, c’è grande fiducia. Una fiducia che qui non si trova».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Novembre 2007
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