Violenza sulle donne, sconfiggere silenzio e indiferenza

Ogni giorno 3150 atti di violenza sulle donne: venerdì e sabato all’università di Novara un convegno per riflettere. Chiuderà il ministro Pollastrini

Ogni giorno in Italia 3.150 mogli, figlie, madri o conviventi subiscono una violenza: 131 ogni ora del giorno e della notte. Quando va bene, si fa per dire, la violenza consiste in un braccio piegato, uno schiaffone o un calcio. Quando va male si tratta invece di uno stupro o, peggio, di un omicidio. E gli autori di questi atti nella maggior parte dei casi sono proprio le persone più vicine, i partner, gli uomini con i quali si pensa di voler dividere una vita e con i quali ci si ritrova invece a dover subire l’inferno.

La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) e la grandissima maggioranza (oltre il 90%) non è mai stata denunciata. Solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime: ben un milione e 400 mila (il 6,6%del totale) ha subito uno stupro prima dei 16 anni.

L’omicidio rappresenta la prima causa di morte per le donne in età compresa tra i 16 e i 44 anni, in Europa e nel mondo. Tuttavia la violenza sulle donne non sempre lascia marchi visibili sul corpo: essa infatti non è solo fisica, e non sempre proviene dall’uomo, anzi il più delle volte è favorita o in taluni casi tollerata dalla società intera, attraverso la fattuale tolleranza di discriminazioni e stereotipi.

La violenza sulle donne è la più vergognosa e diffusa violazione dei diritti umani dei nostri tempi, senza limiti geografici, economici o sociali. Nonostante gli sforzi messi in opera a livello nazionale, comunitario ed internazionale, il numero di donne vittime di violenze è allarmante.

La conferenza mondiale delle Nazioni Unite (Vienna, 1993) definisce la violenza contro le donne come “… qualsiasi atto di violenza di genere che comporta, o è probabile che comporti, una sofferenza fisica, sessuale o psicologica o una qualsiasi forma di sofferenza alla donna, comprese le minacce di tali violenze, forme di coercizione o forme arbitrarie di privazione della libertà personale sia che si verifichino nel contesto della vita privata che di quella pubblica”.

Per questo da un po’ di tempo si sta promuovendo l’utilizzo del neologismo “femminicidio”: un termine che include in un’unica sfera semantica di significato ogni pratica sociale violenta fisicamente o psicologicamente, che attenta all’integrità, allo sviluppo psico-fisico, alla salute, alla libertà o alla vita della donna, col fine di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla sottomissione o alla morte nei casi peggiori. Qualsiasi forma assuma, la violenza rappresenta sempre l’esercizio di un potere che tende a negare la personalità della donna. Brutalizzando il suo corpo o la sua anima, si afferma il dominio su di essa. Rendendola oggetto di potere, la si priva della sua soggettività.

Una situazione, come è evidente da questi dati, davvero drammatica.

Dalla considerazione della consistenza del problema e dalla necessità di dare visibilità al lavoro che da anni viene svolto dalla Provincia di Novara, è nata l’idea dell’annunciato convegno nazionale La violenza sulle donne: sconfiggere il silenzio e l’indifferenza”, che si svolgerà venerdì e sabato prossimi a Novara nell’aula magna dell’Università del Piemonte Orientale.

Il convegno, promosso dalla Provincia di Novara con l’Unione delle Province Italiane e la Regione Piemonte, sarà aperto dal Presidente Sergio Vedovato, dalla vicepresidente Paola Turchelli e dall’assessore alle pari opportunità Silvana Ferrara venerdì mattina e sarà chiuso sabato dal ministro delle pari opportunità Barbara Pollastrini.

La partecipazione è aperta a tutti.

Nella serata di venerdì, alle 21, all’Auditorium della Banca Popolare di Novara in via Negroni, Lucilla Giagnoni sarà protagonista di “Modelli”, una performance allestita in occasione del ventesimo anniversario della commissione provinciale delle pari opportunità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Novembre 2007
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