Formare ed educare al lavoro: ecco il segreto della microimpresa

Marino Bergamaschi, direttore generale dell’Associazione Artigiani, interviene sui temi dell’occupazione e della riqualificazione professionale

Nell’artigianato c’è posto per 162.000 dipendenti. Ma 71.000 sono introvabili. Confartigianato lancia l’emergenza manodopera per parrucchieri, idraulici, addetti alla robotica, falegnami, sarti, fornai. E in provincia di Varese?
«I dati di Cofartigianato nazionale rispecchiano in parte ciò che si vive quotidianamente sul territorio – spiega il direttore dell’Associazione Artigiani della Provincia di Varese (nella foto) – . Anzi, a Varese la situazione peggiora perché il tasso di attività, calcolato su lavoratori di età compresa tra i 15 e i 64 anni, è del 77,8 per i maschi e del 62,3 per le femmine.
Il tasso di occupazione, in linea con quello lombardo, è invece del 3,5%. Dati che, rispetto alla media nazionale, sono molto più alti. Addirittura il lavoro indipendente è aumentato del 6% nel terziario ed il lavoro subordinato registra un +2,7% nel manifatturiero. Insomma, i numeri non mentono, ma si rischia di essere troppo asettici se ci si dimentica di agganciare all’occupazione – che nelle microimprese è ancora un’opportunità – la formazione e la riqualificazione professionale».
Quindi per la piccolissima impresa l’occupazione non è un problema?
«Non lo è perché c’è disponibilità all’assunzione. Sul nostro territorio le microimprese fino a nove addetti contano 111mila impiegati su un totale di 270mila. Solo nel tessile-abbigliamento ne abbiamo 21mila, nei servizi alle imprese 20mila e nella meccanica/metallurgia 37mila. Il problema vero consiste nella mancanza di quelle figure che oggi sono quasi introvabili. Non dobbiamo dimenticare che il mondo dell’artigianato è del tutto particolare, continuamente diviso tra mestieri antichi e/o tradizionali e settori invece innovativi, emergenti, altamente tecnologici. La microimpresa, dunque, è una forma imprenditoriale insolita ma senza dubbio in grado di rappresentare il modello ideale dell’impresa italiana».
Si deve parlare, quindi, di emergenza-manodopera?
«Questo sì. Emergenza-manodopera in un momento in cui, secondo l’analisi congiunturale relativa al IV trimestre ed elaborata dalla nostra associazione, la produzione si dimostra stabile e le microimprese, quelle tra 6 e 9 addetti, si rendono protagoniste delle performance migliori.
L’artigianato è sempre stato un serbatoio di occupazione stabile grazie alla buona abitudine di utilizzare in modo intensivo il contratto a tempo indeterminato e di concentrarsi sullo strumento, tipicamente formativo e di fondamentale importanza per questa nostra realtà, dell’apprendistato. Per poi trasformare tale contratto, nel 90% dei casi, in un rapporto di lavoro duraturo. Inoltre, il rapporto tra imprenditori e dipendente non è solo di natura professionale ma anche “fiduciaria”».
Un rapporto che si rafforza con la formazione continua?
«Formare, trasmettere, educare al lavoro ed alle sue trasformazioni. Così, lo scorso anno l’Associazione Artigiani ha organizzato oltre 70 corsi per un totale di mille ore di formazione e la partecipazione di mille iscritti. La nostra sensibilità si dirige, in modo particolare, nell’area della sicurezza sul lavoro e in quella normativa (500 imprese iscritte in un solo anno), corsi tecnici legati a settori specifici, percorsi di innovazione tecnologica per formare e aggiornare dipendenti e titolari. Poi abbiamo dato il via ad appuntamenti particolari attraverso i quali rilanciare il ruolo dei comparti tradizionali (parrucchieri, estetiste, orafi) trasferendo agli imprenditori gli strumenti con i quali curare il rapporto con i clienti e diversificare i loro servizi concentrandosi sulla qualità offerta. I nostri corsi, è bene sottolinearlo, si basano sulla domanda –  quindi sono in grado di soddisfare pienamente le richieste delle singole imprese – e distinguono nettamente tra formazione continua (riqualificazione dei dipendenti) e formazione permanente (rivolta agli imprenditori)».

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Pubblicato il 23 Gennaio 2008
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