“La crisi la paga, come sempre, il mondo del lavoro”
Intervento del Segretario provinciale di Rifondazione Comunista sulla caduta del Governo
Riceviamo e pubblichiamo
La verità è una: quando un Governo è in procinto di varare provvedimenti che vanno a favore dei lavoratori e delle lavoratici, arriva la crisi politica e il Governo stesso cade. Con immensa fatica Rifondazione Comunista e tutta la Sinistra della coalizione erano riusciti ad impegnare il Governo nella sua azione più attesa dai cittadini che lo avevano votato, e cioè la redistribuzione delle risorse verso i salari e le pensioni. Dopo aver preso da chi non aveva mai pagato le tasse, eravamo finalmente in grado di dare a chi non arriva alla terza settimana del mese, 12 miliardi di Euro.
Ma in questo Paese si sa: le imprese più ottengono e più ne chiedono. Mi sembra evidente che in questo Paese il potere di Confindustria sollecita, se non determina, vita e morte dei Governi a seconda della politica economica. Ed è altrettanto evidente che tante forze politiche oggi rispondono direttamente ai diktat (o ai voleri) dei poteri forti. Come in un film già visto, a chi sopravvive col proprio stipendio o con la prorpia pensione tocca, ancora una volta, saltare il turno. Chissà per quanto.
Chi ha determinato la crisi politica all’interno della coalizione, decretando la fine dell’Unione attraverso manifestazioni di autosufficienza, la smetta di balbettare e dica agli elettori cosa intende fare “da grande”.
Chi ha determinato la caduta del Governo facendo mancare i numeri già risicati al Senato, quell’area politica che sta al centro della coalizione, a scavalco tra l’una e l’altra a seconda della convenienza, si è assunto una grave responsabilità dinanzi agli elettori, i quali decideranno alle prossime elezioni se dare a costoro un premio o viceversa.
Oggi occorre andare al più presto alle urne, possibilmente con una legge elettorale diversa dalla “porcata” fatta da Calderoli e votata dal centrodestra. I tempi sono stretti: o ci sono gli spazi per varare in un mese la nuova legge elettorale o si vada al voto subito.
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