Una centrale a olio di palma nel futuro industriale di Castellanza

Castellanza dà un taglio all'anidride carbonica con un progetto patrocinato da BEC e AMGA: elettricità, teleriscaldamento e riduzione dell'inquinamento a braccetto

BEC – Bio Energia Castellanza , in collaborazione con Amga Legnano SpA, ha presentato oggi un pezzo non trascurabile del futuro energetico ed industriale di Castellanza. Confermando le voci sui progetti per la riqualificazione dell’area ex Agrolinz Melamine Italia (AMI)di cui la casa madre un anno fa ha avviato la dismissione, si intende creare in loco una centrale elettrica e termica a olio di palma, e si mira ad attrarvi aziende con opportuni incentivi, in modo da mantenere anche un buon livello occupazionale. Ieri le linee guida del progetto di recupero dell’area industriale, il cui iter autorizzativo è in corso presso la Regione Lombardia, sono state presentate ai comuni di Castellanza e Olgiate Olona. Se ne fa promotrice BEC, i cui soci sono al 70% la società di ingegneria CEG (a sua volta posseduta al 50% da AET-Azienda elettrica Ticinese e da Laborex), al 20% la Borgo Olona srl, che fa capo ad imprenditori collegati a TMC, proprietaria di parte del polo industriale AMI, infine al 10% AMGA, la multiutility dell’Alto Milanese.

A presentare l’iniziativa presso la sede di Amga è Alessandro Brusa, consigliere delegato di BEC, ingegnere, attivo da dieci anni nel settore delle energie rinnovabili. «Siamo di fronte ad un sito storico dell’industria chimica, attivo da molto tempo, e che andrà bonificato – un onere che ci assumeremo noi se questo progetto avrà il via libera». È in corso in Regione la procedura di caratterizzazione del sito, che dovrebbe concludersi entro metà 2008; per fine anno si dovrebbe poter avere un progetto definitivo per la bonifica del sito, precondizione necessaria al rilancio. Si tratta di una realtà complessa, in cui se la produzione di melamina è terminata, proseguono altre attività industriali. Il timore è che col tempo si abbandoni del tutto l’area: da qui la necessità di renderla appetibile con interventi come la citata centrale a olio di palma, che ha già suscitato qualche discussione l’anno scorso. Si tratta di fornire elettricità e calore a basso impatto ambientale e a prezzi convenienti, oltretutto resi competitivi dagli sconti previsti per le energie da fonti rinnovabili; il calore sarà impiegato anche per la rete di teleriscaldamento, in pieno sviluppo anche a Castellanza – si parla di farla arrivare fino al Buon Gesù, al confine con Olgiate Olona. Ci sarebbero sconti consistenti sull’energia elettrica per le aziende che si insediassero sui 300.000 mq dell’area da rilanciare: BEC intende poi promuovere la costituzione di consorzi di autoproduzione energetica, avvantaggiati fiscalmente a patto che producano da fonti rinnovabili.

L’impianto, che sarà situato in edificio industriale di moderna concezione e avrà moderni sistemi fonoassorbenti per evitare l’inquinamento da rumore, alimenterà prima di tutto le utenze del sito Agrolinz ed avrà tre motori per una capacità complessiva di 50 megawatt di elettricità e 90 megawatt in calore, contro gli attuali 170 MW termici. La centrale impigherà tecnologie già sperimentate con successo in altri impianti quali Gavirate o Occimianio (AL): richiederà circa 75.000 tonnellate annue di combustibile. Il mercato mondiale di olio di palma è nell’ordine di svariati milioni di tonnellate, usati finora in campo alimentare e cosmetico, e solo al 2-3% per l’industria. Feroci si sono fatte le polemiche sulle prospettive di una conversione massiccia ai biodiesel: è noto che coltivare l’intera superficie della Terra non basterebbe alle necessità, e si rischia di sottrarre importanti risorse alimentari ai Paesi che più ne hanno bisogno. Un socialista senza peli sulla lingua come lo svizzero Jean Ziegler, inviato Onu per i problemi dell’alimentazione, non ha esitato a definire "un crimine contro l’umanità" la corsa di massa al biocarburante scatenatasi ultimamente.

Ma anche a questo aspetto, riferisce Brusa, BEC ha pensato. Tra i fornitori si privilegerà chi aderisce al tavolo Rspo (Round table on Sustainable Palm Oil), promosso dal WWF internazionale con i produttori di oli vegetali per dare una svolta in chiave sostenibile a produzioni spesso accusate di causare deforestazione, impoverimento della biodiversità, sfruttamento di ambiente e lavoratori. Gli aderenti ad Rspo si sono impegnare a seguire criteri di sostenibilità sociale ed ambientale che potranno fruttare loro delle certificazioni di qualità. «Intanto» aggiunge l’ingegner Brusa «stiamo seguendo con interesse anche le prospettive di una pianta come la Jatropha Curcas», promettente futura colonna del settore degli oli vegetali. Pur avendo meno resa per unità della palma da olio, non è commestibile, quindi non sottrae risorse alimentari, cresce bene in zone semiaride (quindi di solito non coltivate o marginali), tanto da poter vivere due-tre anni senz’acqua, e le sue foglie fertilizzano il terreno. Per ora l’olio di palma è il più conveniente, per ragioni di economie di scala, ma tra qualche anno si potranno valutare i primi raccolti di Jatropha, su cui ad esempio in India si punta molto. Anche per i trasporti si cercherà di contenere l’inquinamento: l’olio arriverà via nave e poi in treno fino al binarietto di raccordo delle Ferrovie Nord che tuttora collega l’area industriale Agrolinz.

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Pubblicato il 18 Gennaio 2008
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