Una discarica a cielo aperto nel Varesotto. I cittadini: «Gemellateci con la Campania»
In una via fuori dal centro abitato immondizia, divani e rottami, con tanto di roghi notturni. Il sindaco leghista, Ballarin: «Non ne sapevo nulla. Provvederemo»
Sacchi della spazzatura. Scatole. Pneumatici. Contenitori vuoti di prodotti chimici. Qualche giorno fa, persino un divano a tre posti abbandonato. E’ uno scenario inquietante, che tanto ricorda le desolanti immagini partenopee che sono salite alla ribalta in questi giorni, quello che viene delineato da una segnalazione su "Menta e rosmarino", un piccolo giornale on line di Cocquio. Le foto parlano da sole. Una discarica a cielo aperto, in una strada isolata fuori dal centro del comune sulla via per andare a Besozzo, la via Appennini. Il tutto nel cuore del territorio della Lega Nord, che proprio in questi giorni si sta battendo per evitare che i rifiuti campani siano dirottati in discariche lombarde, dove la maggioranza è leghista. Un problema tanto grave da spingere a un’ironica provocazione: «Gemelliamoci con la regione Campania!».
«La situazione va avanti da almeno un paio d’anni – spiega Nino Morvillo, autore della segnalazione – A scaricare abusivamente i rifiuti sono aziende del posto o gente che non ha voglia di portare la propria immondizia in discarica. La cosa peggiore è che i rifiuti spesso vengono bruciati di notte: si tratta anche di latte di vernici, batterie di auto e rottami di carrozzeria, perciò nell’aria vengono rilasciate sostanze tossiche». Ma l’amministrazione comunale? «Abbiamo informato l’amministrazione con una lettera inviata alla fine dell’anno scorso – continua Morvillo – ma non abbiamo mai fatto nulla. Nel frattempo, la cosa va avanti e anzi peggiora. L’altra sera, è stato bruciato un camion da rimorchio albanese adibito al trasporto delle auto. Completamente».
Il sindaco leghista Mario Ballarin, però, dice di non essere a conoscenza della situazione: «Io non so nulla della lettera. Ho saputo della cosa solo ieri sera, proprio leggendo Menta e Rosmarino. Io non le so dire niente, so solo dirle che provvederemo». La zona in piano regolatore è "congelata": un tempo era adibita alla costruzione di fabbriche, ma in seguito ad alcuni abusi sarebbero stati bloccati tutti i lavori, e i terreni resi inagibili per le costruzioni. Da allora, il luogo è abbandonato. «Dal punto di vista urbanistico – prosegue Ballarin – siamo sul punto di risolvere una situazione che si è effettivamente incancrenita. Ora vedremo di risolvere anche questo problema».
Anche l’opposizione cade dalle nuvole sulla questione-rifiuti. Riccardo Rota, dell’opposizione di centro-destra (che a Cocquio si oppone alla Lega), commenta: «Rimango allibito di fronte a una stiuazione del genere. Gradirei che l’amministrazione desse una risposta». Dello stesso parere Giovanna Meloni, della lista di centro-sinistra "Il mulino": «Neanch’io sapevo nulla. Del resto, la mancanza di controllo del territorio da parte dell’Ufficio tecnico di Cocquio è evidente, nonostante la buona volontà di chi ci lavora. La minoranza, in ogni caso, ha intenzione di preparare un’interrogazione in consiglio comunale».
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