“Una targa per ricordare chi seppe dare molto a Varese”

È stata collocata negli uffici del municipio dal giornalista varesino Mauro della Porta Raffo

Nella mattinata di martedì scorso, 15 gennaio, il giornalista e scrittore varesino Mauro della Porta Raffo (foto di Davide Boldrini) ha collocato una targa negli uffici municipio di Varese, nel Palazzo Estense. Esattamente quarant’anni prima, il 15 gennaio 1968, il Gran Pignolo iniziava proprio in quegli uffici la sua esperienza come direttore dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese. Un ente che all’epoca contava cinque dipendenti, in seguito aumentati, e del quale il nostro Della Porta sarà direttore sino al settembre del 1974. «E’ un’iniziativa per ricordare persone che hanno dato un contributo importante a Varese ma di cui la città si è dimenticata», ha commentato Mauro della Porta Raffo, il cui pensiero risulta chiaramente dal testo della traga, che pubblichiamo.   

“Quarant’anni orsono, il 15 gennaio del 1968, del tutto impreparato e decisamente preoccupato, entravo per la prima volta negli uffici della azienda autonoma di soggiorno di varese. Non ancora ventiquattrenne, assumevo l’incarico di direttore della struttura che all’epoca massimamente operava per la promozione turistica della città assai spesso in collaborazione con l’Ente Provinciale per il Turismo alla cui testa sedeva da oltre vent’anni mio padre Manlio.

E’ in quella veste che ho fatto le mie prime pubbliche esperienze potendo fortunatamente contare sulle indicazioni di personaggi di grande preparazione culturale e di capacità operative assolutamente non comuni. Primo fra tutti, ovviamente, l’allora presidente notaio Luigi Zanzi alla cui sagacia e alla cui abilità la città di Varese deve moltissimo.

Con lui, membri del consiglio di amministrazione, il professor Ambrogio Tenconi, l’avvocato Aldo Lozito (due grandi varesini), Arturo Clerici, Stefano Minetti, l’avvocato Elia Sartori, il presidente degli albergatori Piero Colombo, Vittorio Pastori (il celebre ristoratore in seguito missionario in Africa). Anni fecondi quelli trascorsi tra il 1968 e il 1974, allorquando, a fine settembre, lasciai l’incarico. Anni nei quali l’azienda, oltre a contribuire a manifestazioni di grande richiamo turistico, realizzò opere imperiture: la palazzina collocata davanti all’ippodromo con i campi da tennis, la bonifica dell’attuale Parco Zanzi alla Schiranna, la ristrutturazione del Lido (colà preesistente e oramai in pessime condizioni) e la costruzione in loco delle piscine.

Più avanti, dopo la morte di Zanzi ma sviluppando una sua idea e sulla base di un progetto da lui voluto, il palazzetto del ghiaccio di via Albani. Piccolo il mio contributo allora, grandi gli insegnamenti ricevuti ai quali, smarrita molte volte la via, non penso di aver saputo dare seguito come si conviene. Quarant’anni che (userò una frase fatta ma che certifico corrispondere al vero) sono passati in un lampo. La collocazione da parte mia, oggi, di una targa negli antichi uffici al pianterreno del Palazzo Estense vuole consacrare uomini che seppero dare molto a Varese e questo, in particolare, acchè i giovani ne abbiano contezza.

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Pubblicato il 15 Gennaio 2008
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