Violazioni e fatture false, scoperta maxi evasione da 16 milioni
L'azienda simulava rapporti commerciali tra Italia e Germania per ottenere vantaggi fiscali. Il sistema è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio
Emettevano fatture per operazioni inesistenti e simulavano rapporti commerciali per ottenere benefici fiscali. È una maxi evasione, studiata in ogni dettaglio, quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio nell’ambito di una sua complessa indagine di polizia tributaria. Un lavoro che ha consentito di segnalare all’autorità giudiziaria tre soggetti, tutti residenti in Svizzera e responsabili della gestione di aziende nazionali.
I reati contestati sono quelli di utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per un imponibile complessivo di circa due milioni di euro oltre a violazioni tributarie, segnalate dall’Agenzia delle Entrate, pari a circa 16.500.000 euro. L’operazione degli agenti – mirata al controllo di imprese operanti nel settore dei trasporti per conto terzi – ha rivelato un complesso sistema di evasione, soprattutto in materia di Iva, ideato occultando la sede e la stabile organizzazione in Italia di un’azienda elvetica “capo gruppo” che riceveva fatture simulando di avere il proprio quartier generale in territorio tedesco. Il gruppo emetteva fatture senza addebito dell’Iva attraverso la simulazione di un rapporto commerciale tra il nostro Paese e l’azienda svizzera, strumentalmente individuata nell’Unione Europea (in questo caso in Germania) per evitare in questo modo l’applicazione dell’imposta. Uno stratagemma che non è sfuggito ai controlli delle Fiamme Gialle che hanno dimostrato che l’azienda non aveva in realtà nessun rapporto con la Germania e le operazioni commerciali si perfezionavano in Italia. Gli agenti contestano inoltre che le società dello stesso gruppo simulavano tra loro il noleggio di mezzi. Operazioni pianificate per abbattere i ricavi conseguiti e incrementare l’Iva in detrazione. Per le violazioni accertate è stata proposta all’Agenzia delle Entrate l’applicazione delle misure cautelari, per beni mobili e immobili, di 9milioni di euro circa a garanzia del credito erariale.
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