Atletica al mattino, pallone alla sera: così la Cimberio costruisce il futuro
Le pesanti sedute atletiche preparate da Lenotti si alternano con le prime nozioni tecniche in attesa di salire a Druogno. Tanti i tifosi che osservano la nuova squadra all'opera
I comandi secchi e a mezza voce di Lenotti al mattino, le indicazioni tonanti e pazienti di Pillastrini nel tardo pomeriggio: la passeggiata al Sacro Monte di lunedì è già dimenticata dalla Cimberio che in attesa di salire a Druogno per la parte più corposa della preparazione sta alternando le sedute di atletica tra Luvinate e il Poggio e quelle tecniche al palasport.
La parte più tosta è di certo quella mattutina, vuoi per l’orario (si inizia alle 8, si va avanti per oltre tre ore), vuoi soprattutto per i ritmi imposti da Cecco Lenotti (nella foto). "Il programma è duro, e chi ha iniziato forte come Arizona Reid poi ha pagato lo sforzo – spiega il trainer biancorosso – Stanno facendo fatica, certo, ma sanno che gli farà bene. E poi io corro con loro: ho 51 anni, sudo al fianco dei ragazzi e ciò li spinge a tenere duro e a non lamentarsi".
A Masnago invece è tutto più gradevole: il pubblico non manca neppure in giorni in cui gli allenamenti non prevedono situazioni di gioco cinque contro cinque.
La curiosità però è tanta: come di consueto in questi casi i tifosi vogliono iniziare fin da subito a scrutare vecchi e soprattutto nuovi giocatori: dai movimenti di Reid, alla applicazione di Childress, fino a farsi un’idea di quanto salta Cotani o di come è cresciuto Martinoni nei due anni passati a Treviso.
Pillastrini (nella foto con Childress e Galanda) – con Cavicchi e Bianchi a fianco – non calca la mano, anche se di certo l’allenamento fila in un clima di buona concentrazione. Il coach, che alterna con pazienza italiano e inglese e talvolta si affida a Childress per far da tramite con Reid, ha già iniziato a gettare le basi della squadra che verrà. Transizioni, situazioni di gioco a due, rudimenti di schemi che iniziano sia con i lunghi vicino a canestro sia sulla linea dei liberi.
Nulla di trascendentale si chiaro, ma le oltre due ore (l’appendice finale è ancora curata da Lenotti per il defaticamento – nella foto) passano in un’atmosfera decisamente positiva, senza lamentele o problemi. Così gli appasionati delle prime file iniziano a familiarizzare con l’accento romanesco di Simone Cotani o – negli attimi di pausa – a scherzare sulla nuova capigliatura di Passera ("Sai che spettacolo se mi faccio le treccine come Arizona?").
Alle 20 passate l’arrivederci al mattino dopo. E nello spogliatoio della Cimberio, finalmente, la musica dei Queen ad alto volume torna a riempire lo stanzone dopo tanto, troppo hip hop d’importazione stelle e strisce. Dallo stereo risuonano le note di Under Pressure: chissà se è un caso, o se invece è un modo per sdrammatizzare il "percorso vita" di Lenotti. O magari le aspettative del popolo biancorosso.
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