Cava Frutteto, la “difesa” del sindaco Colombo
In un lungo intervento in consiglio comunale il primo cittadino sommese spiega i passaggi che hanno portato all'allargamento della cava di estrazione
La polemica sul piano cave che ha previsto l’allargamento della cava Frutteto di Somma Lombardo è rimbalzata sugli organi di stampa nelle ultime settimane. Al consigliere comunale Ermanno Bresciani ha risposto il primo cittadino della città dei tre leoni Guido Colombo con un lungo intervento in consiglio comunale nel quale ha spiegato le ragioni dell’allargamento della cava. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindaco
«Il vigente Piano Cave della Provincia di Varese, approvato nel 1992, prevedeva la presenza in territorio di Somma Lombardo di un nuovo Polo estrattivo denominato “Cava Frutteto”. Nella relativa scheda descrittiva (A8g) era previsto un giacimento di
In sede di approvazione definitiva Consiliare, agosto 1992, il Consiglio Regionale procedeva alla modifica del Piano cancellando diverse cave tra cui la “Cava Frutteto”.
A fronte delle modifiche apportate le diverse Ditte interessate dalla variazione Consigliare ricorrevano presso il competente TAR, ottenendo tutte sentenza favorevole in quanto: le modifiche effettuate risultavano “immotivate”.
Negli anni successivi
In tale delibera venivano recepite le indicazioni del TAR e si procedeva al reinserimento del polo estrattivo “Cava Frutteto”; contro
Parallelamente il Parco Lombardo della Valle del Ticino perseguiva la redazione del nuovo PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) approvato con DGR n. 7/5983 del 3 agosto 2001, pubblicata sul BURL n. 40 del 5 ottobre 2001.
Il nuovo PTC eliminava alcuni vincoli preesistenti quali:
a) il vincolo all’art. 17 – Divieto di coltivazione di cava ad una distanza inferiore ai
b) il vincolo imposto dal limite D2 “Area archeologica”. A tale riguardo risulta che, su richiesta della Ditta,
A seguito dell’approvazione del nuovo PTC, l’area in esame risulta definita da nuovo azzonamento quale area G1 (art. 9 – Ambito agricolo e forestale) e in relazione alle previsioni dettate dal PTC (art. 23 – Regolamentazione della attività di cava) in tale fascia di territorio l’attività di cava “è consentita in conformità alle disposizioni dei Piani Cave”.
In questa situazione l’autorizzazione della nuova cava, laddove conforme al Piano Cave approvato risulta di fatto quale adempimento al Piano vigente.
Per quanto riguarda la assoggettabilità a VIA del progetto di escavazione presentato la relativa interpretazione, su richiesta della Provincia, è stata fornita dal competente ufficio della regione. A seguito di tale parere è stata successivamente rilasciata autorizzazione alla apertura di nuova cava con Atto Dirigenziale n. 5715 del 19 dicembre 2001, con scadenza al 02 settembre 2005. L’attività risultava pertanto autorizzata per un volume complessivo di scavo pari a
Risulta, peraltro, che negli anni successivi il Parco Lombardo della Valle del Ticino procedeva a stipula di convenzione con le cave esistenti sul territorio della Provincia di Varese per gli adempimenti imposti dalla L.R. 14/98 (versamento oneri); tra le cave convocate per la sottoscrizione della convenzione risulta anche
La mancata sottoscrizione della convenzione da parte del comune, aveva portato alla formulazione di convenzione d’ufficio. La sottoscrizione della convenzione da parte della mia Amministrazione ha viceversa consentito l’ottenimento di oneri aggiuntivi anche sul materiale scavato e non commercializzato, nonché il rimborso delle spese sostenute per il controllo della attività di cava con il recupero di tali importi relativamente agli anni di precedenti.
Le successive autorizzazioni, risultano conseguenti alla avvenuta proroga del vigente Piano Cave (in mancanza della approvazione del nuovo) ed a quanto previsto come norme di salvaguardia dalla L.R. 14/98 che prevede in assenza di nuovo Piano Cave la possibilità di prosecuzione della attività estrattiva laddove sussistano terreni residui già inseriti nel piano previgente.
Un passo indietro.
Al momento del reinserimento del polo estrattivo “Cava Frutteto” nel Piano Cave Provinciale compaiono due schede tra loro discordanti: nella scheda della tabella planimetrica del volume massimo estraibile annualmente
A seguito del quesito proposto dal competente Ufficio Cave della Provincia di Varese,
Conseguentemente a tale interpretazione
Sempre
Ritorniamo all’approvando piano cave.
La originaria proposta di Piano Cave, anno 1992, prevedeva una superficie di polo estrattivo significativamente diversa rispetto alla attuale che, in relazione alla profondità allora prevista pari a
Dopo l’istruttoria tecnica,
Pertanto, la nuova proposta di Piano Cave attualmente giacente presso
Qui è opportuno porsi una domanda: dal 1992 al 23 febbraio 2006 rispetto ai potenziali 10.000.000 di m3 quanto hanno scavato le Cave Riunite? La risposta è semplice
Allora cosa è successo durante l’istruttoria presso
Certamente nulla di nuovo sotto il sole; è avvenuto quello che parallelamente avviene normalmente tra un’Amministrazione Comunale e il proponente un Piano di lottizzazione.
Fermo restando il massimo volume estraibile dal giacimento di
Il compromesso si è trovato a
Cioè:
Tutto qui.
Nulla di quello che il PD ha scritto e che qui riporto fedelmente: “E’ sotto gli occhi di tutti i cittadini constatare come i volumi escavabili aumentano a ritmi vertiginosi man mano che gli atti riguardanti questa vicenda, passano e si rimpallano da una Amministrazione all’altra, tutte ben saldamente in mano al Centrodestra” corrisponde a verità … ma il non dire la verità sui fatti, caro PD, porta una specie di rispetto e di deferenza, perché ogni qualvolta additiamo o accusiamo qualcuno mentendo gli facciamo il complimento di riconoscere la sua superiorità».
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