Cimberio, le voci dal ritiro di Druogno
Siamo andati a curiosare come procede la preparazione dei biancorossi in Valle Vigezzo. Tra la rapidità di Reid, i sentieri in salita voluti da Lenotti e qualche piccolo acciacco
«Meno male che il tempo è bello: tanto anche con la pioggia Cecco ci avrebbe portato fuori a correre, tanto meglio faticare con il sole». Un po’ tutti i giocatori della Cimberio concordano con questa frase e te lo ripetono mentre scherzano seduti ai tavolini dell’albergo Stella Alpina di Druogno, la "casa" scelta dalla Pallacanestro Varese per il ritiro che anticipa la prossima stagione agonistica di Galanda e compagni.
"Cecco" è naturalmente Francesco Lenotti, il preparatore atletico che ha trovato i sentieri giusti per tonificare muscoli e aggiungere fiato ai quindici biancorossi che gli sono stati affidati da tecnici e dirigenti. «L’altro giorno sono arrivati in cima a una salita sopra Santa Maria Maggiore camminando – sorride Lenotti – ma va bene così: vi assicuro che anche senza correre hanno lavorato abbastanza».
La preparazione procede bene, qui tra le montagne e i paesi della Val Vigezzo dove sono parecchi i curiosi che al pomeriggio si affacciano nella palestra di Druogno per assistere all’allenamento con il pallone della Cimberio. Già, perché se al mattino (si inizia alle 8: tanti storcono il naso ma alla fine nessuno è mai in ritardo nemmeno di un minuto) corsa e ripetute sono all’ordine del giorno, nel tardo pomeriggio tocca a Pillastrini, Cavicchi e Bianchi guidare i biancorossi nelle sedute tecnico-tattiche.
Allenamenti cui da martedì pomeriggio partecipa anche Randy Childress, volato negli Usa nel fine settimana per il matrimonio del fratello ma rientrato senza intoppi, subito salito a Druogno e immediatamente in campo senza fiatare. «Lui è la guida per Arizona Reid – spiega Pillastrini – per il quale tutto è nuovo. Avere un punto di riferimento come lui, americano, esperto d’Europa, professionale al massimo, è per Arizona e per noi una cosa molto importante».
Non manca, come sempre capita in questi ritiri, qualche acciacco. Lollo Gergati è il più malmesso a causa di un piede dolorante, mentre i vari Cotani, Valenti e Antonelli hanno saltato qualche pezzo di allenamento per fermarsi ai box e trascorrere la mattina libera di martedì in piscina per mantenere il tono muscolare. «Ordinaria amministrazione – spiega però Claudio Galleani – anzi: avere molti giovani in squadra tutto sommato ci permette di usare meno nastro per fasciature rispetto alla media». Claudio a differenza degli altri anni non lascerà la squadra dopo il precampionato: il mitico padre Sandro per la prima volta da decenni ha deciso di pensionarsi lasciando i segreti dell’infermeria all’allievo prediletto. «Non me l’aspettavo – ci confessa – perché ogni anno seguo la squadra d’estate per poi farmi da parte. Ma mio padre quest’anno vuole davvero staccare e sono felice che Vescovi e Ferraiuolo abbiano chiesto a me di prendere il suo posto».
Tra i più curiosi di scoprire ritmi e riti del ritiro c’è invece Arizona Reid. Il ragazzo del South Carolina che in cima al Sacro Monte ci confessò candidamente di non essere mai stato in montagna è arrivato a Druogno un po’ spaesato ma con l’aiuto dei compagni si sta sforzando per ambientarsi e stare al pari degli altri. «Quando gli abbiamo detto che saremmo andati a correre in salita si è stupito e ci ha detto che "correre di solito lo si fa in pianura"» spiega Ferraiuolo «ma poi si è messo d’impegno e fa sempre tutto fino in fondo. Magari si chiede ancora il perché, però non fiata e lavora». Intanto anche in campo, pallone in mano, Arizona ha iniziato a far vedere buone cose: aggressivo e convinto mostra anche una grande rapidità di spostamento. A svelarne il segreto è sempre Ferraiuolo: «Ci ha raccontato di avere fatto otto anni di kick boxing. Anche per questo abbiamo già preferito spiegargli che, in caso di litigi in campo, è vietato alzarsi dalla panchina e intervenire. Vista questa sua passione per le arti marziali, meglio prevenire».
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