Finanziaria e apprendistato: bene ma si poteva fare di più

Il commento di CNA Varese Ticino Olona sulle nuove norme varate dal Governo

Riceviamo e pubblichiamo

La Camera ha definitivamente convertito in legge il decreto "disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" varato dal Consiglio dei Ministri del 25 giugno che anticipa la manovra finanziaria per il 2009 e rende immediatamente operativi gli impegni contenuti nel DPEF.

La manovra netta, ovvero la correzione operata sul deficit, per il 2009 risulta pari a 9.808 milioni di euro ed è ripartita in misura sostanzialmente paritaria su interventi dal lato dell’e della spesa.

Avendo varato una parte rilevante della manovra finanziaria con decreto-legge, i tempi e le procedure per il dibattito parlamentare sono stati sensibilmente ridotti rispetto a quanto i regolamenti prevedano per la sessione di bilancio.

Il metodo adottato, ai limiti della liceità procedurale, ha assicurato quindi tempi rapidi nell’adozione dei provvedimenti e ha ridotto il rituale accoglimento della miriade di piccoli interventi nati dalle diverse sollecitazioni.

Di contro si sono ridotte le occasioni di confronto con le rappresentanze delle organizzazioni imprenditoriali e di conseguenza anche le opportunità di avanzare proposte di correzione.

Il testo del decreto-legge, nel corso del processo di conversione, è stato parzialmente corretto e integrato con alcuni provvedimenti inizialmente collocati dal Governo in un disegno di legge la cui discussione si sarebbe dovuta sviluppare in parallelo al decreto. Il testo finale mantiene l’impostazione di una manovra che va incontro alle imprese introducendo misure di semplificazione e riduzione degli oneri connessi agli adempimenti amministrativi da tempo richieste dalle Organizzazioni.

Nello specifico si interviene in materia di rapporto di lavoro, fisco, privacy, sicurezza sul lavoro, qualità e certificazione, installazione di impianti; tutti provvedimenti che dovrebbero liberare risorse e creare opportunità di crescita e sviluppo.

Particolare rilevanza assume l’intervento sul contratto di apprendistato che, riconoscendo l’impresa come luogo tipico della formazione, assegna alle parti sociali e agli enti bilaterali il ruolo di soggetti primari nella valorizzazione di un fondamentale contratto a contenuto formativo, nonché canale privilegiato per la creazione di occupazione stabile e di qualità.

Pur tuttavia va registrata l’assenza di interventi che, completando il potenziamento dello strumento, riconducano nell’alveo naturale dell’autonomia contrattuale la possibilità di determinare il meccanismo di retribuzione degli apprendisti.

In merito all’autotrasporto la legge accoglie in buona parte quanto concordato con le organizzazioni del settore, almeno per gli aspetti relativi al meccanismo di recupero dei futuri costi del gasolio, alle sanzioni in caso di non rispetto della norma e alle risorse a favore del settore, anche se deve registrare un sostanziale arretramento per quanto riguarda i tempi di pagamento dei corrispettivi.

La legge introduce anche il concetto di “rete d’impresa”, norme inapplicate della Finanziaria 2006. La soluzione individuata appare però debole sotto il profilo giuridico, in quanto avrebbe richiesto una modifica al Codice Civile che consentisse alle reti tra imprese di essere riconoscibile dai terzmi e di stipulare negozi di diritto privato.

La legge, inoltre, interviene con importanti misure di contenimento della spesa pubblica e di riqualificazione della stessa, attraverso la ricerca di una maggiore efficienza della pubblica amministrazione in base al principio della responsabilità ed al riconoscimento del merito dei pubblici dipendenti.

I diversi provvedimenti che compongono la manovra non configurano però un quadro di insieme capace di rimettere in moto il Paese. La legge non prevede infatti interventi diretti a sostegno della competitività delle imprese. Particolarmente grave risulta l’assenza di risorse aggiuntive adeguate a favore della ricerca e dell’innovazione.

Infine, la manovra, pur nella mutata composizione delle entrate e delle uscite, non riduce la pressione fiscale. Per di più, nel DPEF, la previsione per il 2011 risulta oggi più elevata di tre decimi di punto rispetto all ’tendenziale.

L’alleggerimento della burocrazia e del funzionamento della macchina pubblica avrebbero invece dovuto creare le premesse per una graduale e costante riduzione della pressione fiscale, arrivata ormai a dei livelli insostenibili.

Anche sul fronte della semplificazione si poteva fare di più. Permangono, infatti, molti adempimenti che appesantiscono il carico amministrativo delle imprese e che possono essere eliminati.

Per altro, molti dei provvedimenti prevedono l’adozione di decreti complessi da emanare, di concerto con altre amministrazioni e d’intesa con le regioni. Sono, pertanto, prevedibili tempi di attuazione lunghi ed incerti, con i rischi interpretativi e la confusione che uno stato di incertezza comporta.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Agosto 2008
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