Il dito medio di Bossi non è reato ministeriale

Lo ha stabilito la procura della Repubblica di Venezia, alla quale era stato inviato il fascicolo con l’accusa di vilipendio

Il gestaccio di Umberto Bossi sull’inno di Mameli non costituisce reato ministeriale. Lo ha stabilito la procura della Repubblica di Venezia, alla quale era stato inviato il fascicolo con l’accusa di vilipendio. Per Bossi, indagato per “atto dovuto”, è stata chiesta l’archiviazione. Nelle motivazioni si legge che il gesto non sarebbe stato compiuto nello svolgimento delle prerogative ministeriali da parte del leader della Lega Nord e quindi non rappresenta reato ministeriale: il “fattaccio” avvenne a Padova, quando il senatur sulle note dell’inno d’Italia, disse: “Mai più schiavi di Roma. L’inno dice “l’Italia schiava di Roma”, io dico toh!”, alzando il dito medio.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 06 Agosto 2008
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.