Il dito medio di Bossi non è reato ministeriale
Lo ha stabilito la procura della Repubblica di Venezia, alla quale era stato inviato il fascicolo con l’accusa di vilipendio
Il gestaccio di Umberto Bossi sull’inno di Mameli non costituisce reato ministeriale. Lo ha stabilito la procura della Repubblica di Venezia, alla quale era stato inviato il fascicolo con l’accusa di vilipendio. Per Bossi, indagato per “atto dovuto”, è stata chiesta l’archiviazione. Nelle motivazioni si legge che il gesto non sarebbe stato compiuto nello svolgimento delle prerogative ministeriali da parte del leader della Lega Nord e quindi non rappresenta reato ministeriale: il “fattaccio” avvenne a Padova, quando il senatur sulle note dell’inno d’Italia, disse: “Mai più schiavi di Roma. L’inno dice “l’Italia schiava di Roma”, io dico toh!”, alzando il dito medio.
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