«Mettiamoci a un tavolo e salviamo il lago»

L'appello dell'ingegnere e meteorologo Gianluca Bertoni: riunire non i politici ma i tecnici dell'ambiente per discutere dei problemi del lago e delle possibili soluzioni

Il verdetto della Goletta dei Laghi non lascia speranze: il lago di Varese è inquinato e chi sperava un giorno di poter fare nuovamente un tuffo nelle sue acque dovrà attendere. Il lago è inquinato sia dal punto di vista microbiologico che chimico. Eccessiva presenza di coliformi fecali e nutrienti (fosforo e azoto) è il principale problema del nostro bacino lacustre.
Lo sfogo varesino 
Viviamo in un posto magnifico per i paesaggi, e la natura, che si offrono alla nostra vista. Nello spazio di pochi chilometri è possibile cogliere una diversità di paesaggio con pochi eguali.
Questo è uno degli spettacoli che era possibile osservare nella giornata di domenica 10 agosto. E’ una foto scattata dalla pista ciclabile nel tratto compreso tra Buguggiate e Bodio. Un panorama fruibile da tutti senza alcun sforzo e senza la necessità di andare in capo al mondo.

La pista ciclabile del Lago di Varese offre scenari bellissimi. Da ovunque lo si guardi il lago è arricchito da molti elementi che rendono l’ambiente fantastico. Dal lido della Schiranna, uno dei posti più trascurati, è possibile apprezzare quello che secondo me è uno dei panorami più belli della nostra penisola e forse, senza volere esagerare, del mondo. Come è possibile non rimanere incantati dal Monte Rosa e la catena alpina che fanno da cornice al lago? Lo spettacolo non lascia certo indifferente i turisti, soprattutto quelli che provengono dai paesi a nord delle Alpi che sono molto più attenti alla natura.
Purtroppo questo idillio è rovinato dalla qualità delle acque del Lago di Varese. Pessime, come dimostrato dalle ultime analisi effettuate dalla Goletta dei Laghi, le condizioni del nostro bacino lacustre. Tutti i campioni prelevati sono risultati inquinati. Dal comunicato stampa relativo ai risultati delle analisi effettuate si legge: “Estremamente critiche le condizioni legate ai bacini minori, come il Lago di Varese, l’Idro, i laghi di Mantova, che richiedono mirate azioni risanamento per conseguire gli obiettivi di qualità imposti dalle direttive comunitarie sullo stato ecologico delle acque entro la scadenza perentoria del 2016. Interventi che, se attuati con successo, potranno determinare anche consistenti benefici economici per il turismo, settore che ha nei laghi la sua eccellenza.”
 I turisti rimangono affascinati dal panorama, ma estremamente delusi quando scoprono che il lago non è balneabile. Ricordo ancora la faccia stupita e stizzita di due camperisti francesi che qualche anno fa mi chiesero come mai il lago fosse ridotto così male.  Mi sentii quasi colpevole per quell’incuria perché alla fine è come se noi cittadini avessimo accettato supinamente quel verdetto.

L’appello

Sono stufo di dover sopportare tale situazione e, sono sicuro che, come me, la pensano molti altri varesini.

Il mio desiderio è quello di istituire un tavolo tecnico, non politico, coinvolgendo i tecnici dell’ambiente per discutere dei problemi del lago e delle possibili soluzioni. Una proposta che era stata avanzata anche da Marco Saroglia, professore di ittiologia all’università dell’Insubria, sulle pagine della quotidiano “La Provincia di Varese” del 25 giugno scorso. Fuori la politica da queste discussioni. Dopo anni di parole le cose non sono certo cambiate!
Abbiamo atteso un miglioramento della qualità delle acque. Questo effettivamente c’è stato ma purtroppo gli interventi per il risanamento, messi in atto nel 2000, sono stati sospesi nel 2003.
Si sapeva benissimo che questi interventi, in particolare il prelievo ipolimnico, sarebbero dovuti proseguire per almeno una decina di anni per garantire un miglioramento duraturo. Ora, invece, il lago sta di nuovo peggiorando come, del resto, era ampiamente prevedibile.
Abbiamo un lago, ma non possiamo farci un bagno. Per riempirlo di schifezze non c’è voluta molta fatica, in nome del progresso e della produttività. Chissà perché riportarlo in buone condizioni sembra un’impresa titanica.
Critichiamo Napoli per i rifiuti accumulati nelle strade ma alla fine ci dimentichiamo che abbiamo ridotto il lago ad una fogna a cielo aperto a pochi passi dalla città. E accettiamo la situazione!
Questa è la situazione delle acque a pochi passi dalla riva, nelle vicinanze del lido di Gavirate. E’ lo spettacolo che si offre agli occhi del turista. Land of tourism?
Ho fatto parecchie vacanze in bicicletta, tra queste ho toccato anche Austria, Svizzera e Germania. Lì non esistono tali situazioni, o forse sono molto rare. Sulla mia strada ho sempre incontrato laghi balneabili, piccoli o grossi che fossero. La Carinzia è un paradiso a tal proposito. Più di una volta ci si fermava, ci si buttava in acqua per una nuotata e poi via di nuovo sui pedali.

I mezzi per salvare il lago ci sono. Mettiamoli in atto senza cercare soluzioni troppo costose e poco efficienti nel medio lungo termine (mi riferisco in particolare alle argille “bloccanti”).

Il prelievo ipolimnico è una soluzione efficace e relativamente poco costosa. Non è il problema degli odori molesti che deve bloccare tale intervento. Una fase di strippaggio adeguatamente dimensionata, prima della preventiva immissione nel torrente Bardello, potrebbe essere sufficiente a risolvere il problema della puzza. Tra i problemi da risolvere è sicuramente quello degli sfioratori di piena. A causa della crescente urbanizzazione le fognature sono spesso sovraccariche e capita che gli sfioratori entrino in funzione sempre più frequentemente.
Questa è la vista che si presenta a chi percorre la pista ciclabile nei pressi di Biandronno, in corrispondenza dell’immissione delle acque provenienti dal lago di Biandronno e nelle quali confluiscono gli scarichi degli sfioratori. Nei mesi scorsi, a causa delle piogge abbondanti, la portata era notevolmente superiore.
Per diminuire il carico inquinante in ingresso al lago occorre quindi prevedere il rifacimento delle reti fognarie urbane sostituendo l’attuale sistema misto con quello separativo (che consiste nella separazione delle acque nere dalle acque bianche).

Così facendo si otterrebbe un duplice risultato:     
Riduzione del carico inquinante in ingresso al lago nei periodi piovosi;
Diminuzione  della portata in ingresso al depuratore di Gavirate.  
Ci va davvero bene che tutto resti così? Basta accettare in silenzio. Rimbocchiamoci le mani e interveniamo.
Rivolgo il mio appello ai tecnici dell’ambiente che volessero fare qualcosa di concreto per il nostro lago.
Per eventuali contatti lascio i miei recapiti:
e-mail: gianluca.bertoni@meteovarese.net.
Tel. +39 – 347.4805830
Ing. Gianluca Bertoni
Ingegneria per l’Ambiente e Meteorologia
www.meteovarese.net
gianluca.bertoni@meteovarese.net

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Agosto 2008
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