Nel giorno della pace, Russia e Georgia si fanno la guerra
Pomo della discordia la repubblica dell'Ossezia del Sud, ribelle a Tbilisi e protetta da Mosca. Centinaia di morti. La stampa internazionale
Russia e Georgia in guerra il giorno di apertura delle Olimpiadi. L’8 agosto giorno di inaugurazione dell’evento simbolo di pace fin dall’antichità greca quando per i Giochi si sospendeva ogni conflitto, è diventato lo sfondo di una nuova guerra accesasi nel Caucaso. Proprio nuova forse no, ma le dimensioni del conflitto armato esploso oggi superano quanto visto fin qui su un fronte "carsico", intermittente, poco noto alle cronache e mai del tutto pacificato. La situazione è tesissima, con i georgiani che contano su un aiuto americano che potrebbe non arrivare mai.
Il Paese caucasico e quella che per due secoli ne era stata la padrona assoluta (salvo ritrovarsi a tremare di terrore proprio sotto un georgiano come Stalin, paradossi della storia) hanno dato vita venerdì ad una rapida escalation suon di attacchi aerei e artiglieria missilistica per il controllo dell’Ossezia del Sud. Si tratta di una piccola repubblica autonoma abitata da una popolazione di ceppo iranico ma in maggioranza cristiana ortodossa, da anni ribelle alla Georgia sotto la quale si trova territorialmente dal 1991. Da anni Mosca staziona proprie truppe di interposizione a difesa della repubblica ribelle.
La Georgia del presidente Mikheil Saakashvili, un filo-occidentale con alle spalle studi presso il Dipartimento di Stato americano, ha lanciato una pesante offensiva aerea e terrestre per ricondurre all’obbedienza gli osseti, e i russi hanno risposto a tono in aiuto dei loro protetti. Già giovedì una feroce battaglia si era accesa fra georgiani e osseti, oggi lo scontro si è alzato di tono con l’intervento russo: bombardate le posizioni georgiane nei pressi della capitale ribelle, la cittadina di Tskhinvali, attacchi aerei anche in vari luoghi del territorio georgiano, anche a pochi chilometri dalla capitale Tbilisi. I secessionisti denunciano qualcosa come 1400 vittime, i georgiani proclamano di aver abbattuto velivoli russi (i quali negano ma in guerra, si sa, la prima vittima è sempre la verità). Dieci soldati russi sono rimasti uccisi; il presidente russo Medvedev ha ordinato di punire i responsabili della loro morte. Il suo omologo georgiano Saakashvili ha proclamato la mobilitazione generale, dichiarando che i russi stavano compiendo atti di guerra contro il suo Paese, e chiesto pubblicamente l’aiuto degli Stati Uniti, i quali chiedono un cessate il fuoco immediato e sono pronti a inviare un mediatore per colloqui con le parti. Il consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà questa sera stessa per affrontare la questione e giungere il prima possibile a una composizione che eviti ulteriori inutili spargimenti di sangue.
La stampa internazionale e Repubblica aprono le home page dei propri siti internet con la tragedia delle popolazioni della regioni del Caucaso.
Il New York Times, Liberation, El pais, The Guardian, Spiegel online
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