weLost: nasce a Varese il Facebook del mistero

Un social network dedicato alla popolare serie tv, creato dai fan con centinaia di contributi. Ecco un esempio delle nuove tendenze del web

Ormai tutti conoscono i social network, siti come MySpace o Facebook nei quali possiamo condividere le nostre foto, i nostri pensieri, le cose che leggiamo o ascoltiamo con tutti i nostri amici. Ma cosa accade quando i social network vengono dedicati ad un argomento specifico? Succede che di cose da discutere, e da scoprire, ce ne sono ancora di più.

Un esempio evidente di questa nuova tendenza è proprio un social network made in Varese, weLost. weLost sembra un Facebook a tutti gli effetti: si possono aggiungere gli amici, si compila un blog, si pubblicano foto e video. La differenza è che l’argomento principale di tutto il network è uno solo: il telefilm Lost. A crearlo è stata una nostra vecchia conoscenza, "Paolino" (foto) di Induno Olona che aveva già creato uno dei podcast più scaricati d’Italia. Ha solo 30 anni, ma il suo "progettino" è già l’ennesimo fenomeno. Gli utenti che hanno deciso di iscriversi sono ad oggi più di 250, dei quali circa la metà ha già creato la propria pagina personale (chiamata myLost). Nel periodo durante il quale Lost viene trasmesso, il sito riceve circa 300 visite al giorno, per un totale di 1500 – 2000 pagine viste. Non sono numeri da poco, considerando che il portale non è pubblicizzato, se non dal passaparola degli utenti e da alcuni articoli pubblicati su siti attenti al panorama amatoriale. Per capire il segreto di questo progetto, ne abbiamo parlato proprio con Paolino.

Come è nata l’idea di un social network dedicato a Lost?
L’esperienza di LostPod ha confermato una intuizione da me avuta qualche anno fa: Lost, al contrario degli altri telefilm, rappresenta un nuovo modo di vedere la TV, grazie al quale lo spettacolo non si esaurisce con i titoli di coda, ma continua sul web nelle forme più disparate. Chiaramente gli autori non potevano rimanere indifferenti a questo vero e proprio fenomeno, quasi una sorta di “mania”, che ha portato gli appassionati di tutto il mondo a creare forum, siti dedicati, podcast appunto. La conseguenza è stata che, spesso e volentieri, abbiamo assistito in Lost a vere e proprie “strizzate d’occhio” che gli autori hanno voluto mandare a noi appassionati, come il voler citare, seppur indirettamente, alcune tra le teorie più bizzarre che si possono leggere in rete. Questo ha creato un legame indissolubile che lega la TV ad Internet, lo Staff del telefilm ai fans, talvolta invertendone i ruoli in maniera più o meno marcata. Se la domanda è “che cos’è Lost?”, la risposta è “Lost siamo noi”.

Da questa assunzione, il passo verso un social network è stato breve…
“Lost siamo noi”, non può non rimandare al concetto di community, di social network, di web 2.0. WeLost è questo, un contenitore un po’ MySpace, un po’ Facebook dove gli utenti si scambiano opinioni e si conoscono tra di loro, aprendo nuovi scenari di confronto.

Cosa si può fare su weLost?
La funzione principale di weLsot è rappresentata dai myLost, ovvero delle pagine personali che contengono le informazioni degli utenti, le loro teorie, i personaggi preferiti, gli episodi preferiti, i video e molto altro. Grazie ai myLost ogni utente presenta agli altri la sua personalità e mette a disposizione di tutti una serie di informazioni che contribuiscono a definirne la figura di appassionato. I “myLoster” possono quindi scambiarsi richieste di amicizia, messaggi, lasciare commenti sugli episodi di Lost, sui personaggi, sulle teorie, sui video degli utenti, oltre a scrivere articoli. La parola d’ordine è condivisione!

Ci sono stati meeting reali di queste conoscenze virtuali?
Certo. Il primo “pretesto” che ha permesso ad alcuni utenti di conoscersi di persona è stato il Telefilm Festival, un’importante manifestazione dedicata al mondo dei telefilm che ha avuto il suo culmine con l’assegnazione dei premi per la community più amata del web. WeLost era tra i 10 siti finalisti, unico tra quelli dedicati a Lost e l’occasione era ideale per organizzare un raduno. Così è stato ed abbiamo quindi avuto modo di conoscere personalmente alcuni utenti della nostra community, oltre ad altre “vecchie conoscenze”. Alla fine della giornata weLost non ha portato a casa l’ambito premio assegnato dagli organizzatori, ma è stata comunque una splendida esperienza.

Quali scelte tecnologiche hai affrontato per realizzarlo? Come è stato sviluppato un sito così ricco e complesso?
Per realizzare questo sito ho dato sfogo alle mie capacità di grafico e programmatore. Le prime scelte da affrontare sono state quelle relative al linguaggio da utilizzare. Dato che ufficialmente io non sarei un programmatore, ma un grafico appunto, non ho potuto girarci molto attorno ed ho optato per l’unico linguaggio di programmazione del quale ho una certa padronanza, ovvero il PHP. Questo è stato essenziale per progettare da zero una community così complessa. Successivamente è partito il progetto relativo ai contenuti e all’impostazione grafica. Ci sono voluti mesi di lavoro, ma il risultato è, a mio avviso, pienamente soddisfacente. Ricevo molte email di webmaster che mi chiedono dove ho trovato lo script per creare la mia community, ma la risposta purtroppo non esiste. WeLost nasce da una pagina bianca, da tanta passione e da tanto, tanto lavoro.

In quanti lavorate sul sito?
A livello tecnico soltanto io, mentre per i contenuti mi avvalgo di alcuni collaboratori senza i quali weLost non potrebbe essere così aggiornato. Ad esempio, Andrea Bratelli, il vicedirettore, si occupa di ricercare ed inserire news sempre fresche. Paolo Trubiano realizza periodicamente una rubrica audio in formato podcast che viene messa a disposizione degli utenti registrati. Anche mia moglie Arianna mi dà una mano, cercando di aggiornare il più possibile il suo myLost, inviare proposte di amicizia agli altri utenti, commentare i video, gli articoli del blog e vivacizzando la community.

State continuando con il podcast?
Purtroppo devo dire di no. WeLost inteso come podcast doveva avere una frequenza di maggior rispetto, ma non sono riuscito a mantenere la promessa e attualmente abbiamo registrato solo un paio di interventi audio. Per sopperire a questa mancanza c’è però LostBooks, quella che prima in LostPod era solo una rubrica, oggi è una vera e propria trasmissione a se stante, condotta dal mitico Paolo “Faramir” Trubiano. Se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di ascoltarla.

Per scoprire tutto myLost, questo è il link di riferimento.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Agosto 2008
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