“Zergout si alza di notte e piange per i suoi figli”
Luca Bauccio, difensore dell'Imam di Varese, è indignato per il trattamento riservato al suo assistito. «In questo paese è impossibile fare battaglie per i diritti civili»
Luca Bauccio, avvocato difensore di Abdelmajid Zergout,, ha interrotto le sue vacanze in Sardegna. Aveva predisposto tutto per andare fino in fondo alla vicenda. Questa svolta però non se l’aspettava, anche se conosce le ragioni per cui l’imam di Varese ha scelto di accettare l’estradizione chiesta dal Marocco.
È indignato. Non con il suo cliente, ma con l’Italia. «Zergout – dice l’avvocato – ha accettato l’estradizione perché non ne poteva più. Era stanco e non aveva più fiducia nel nostro sistema. La prospettiva di fare altre battaglie legali, spesso vanificate dall’intervento legislativo, lo gettava nello sconforto».
Un avvocato ha il dovere di difendere il suo assistito per garantirgli un giusto processo, indipendentemente dalla convinzione della sua innocenza o colpevolezza. Bauccio però ha anche questa sicurezza. È infatti convinto che il suo cliente sia innocente e non solo per il fatto che due giudici diversi e italiani gli abbiano dato ragione, ma per motivi più umani, legati alla conoscenza dell’Imam. «Zergout è innocente, ne sono certo. È un padre che si alza di notte e piange guardando i suoi figli perché non sa quale sarà il loro futuro in un paese che lui credeva civile. Sceglie di rientrare in un paese illiberale, dove rischia moltissimo, pur di uscire da un sistema che lo vuole colpevole a tutti i costi. Quando si saranno liberati di lui staremo a vedere cosa succederà o con chi se la prenderanno. La verità è che non siamo più abituati a considerarli essere umani. In un clima del genere non si possono fare battaglie sui diritti civili».
C’è un particolare, rivelato da Jemmi Hind, moglie di Zergout. La donna sostiene che il marito sarebbe andato il 1 luglio al consolato marocchino per fare i documenti per rientrare in patria, da cui mancava da circa dieci anni. Se così fosse, vuol dire che l’imam ignorava l’esistenza di un’inchiesta nel suo Paese e non temeva nulla. «Non mi sorprende questa cosa. È la riprova della buona fede di Zergout».
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