Al Cairoli non si occupa, ma la protesta c’è

In mattinata l'assemblea del liceo classico alla presenza della preside Tam Baj: il dibattito sui provvedimenti del governo si è fatto serrato

Termometro delle proteste studentesche a Varese sembra essere il liceo classico "E. Cairoli". Gli studenti si sono riuniti stamani (28 ottobre) nella palestra dell’istituto coordinati dai rappresentanti di istituto e dalla preside Daniela Tam Baj per discutere insieme del decreto Gelmini e di eventuali forme di protesta. «Credo sia importante dare spazi per il dissenso e convogliare il dibattito e le eventuali proteste in luoghi che possono essere tenuti sotto controllo», ha detto la preside del liceo classico. La posizione stessa della dirigente appare a tratti critica per quanto riguarda alcuni punti del provvedimento: «Si stanno operando dei tagli, un fattore sicuramente non positivo. Naturalmente – spiega – sarà in fase di attuazione del provvedimento che riusciremo a capire in che direzione vanno questi mancati finanziamenti: se nella direzione di eliminare gli sprechi, che obiettivamente esistono nella nostra scuola e vanno eliminati, o se in una direzione che andrà a colpire lo standard qualitativo dei nostri istituti e dei nostri atenei». Contro i provvedimenti del ministro Gelmini è Francesca Capoluongo, una delle rappresentanti di istituto, che tiene però a precisare che qualora si decidesse di protestare dovrà essere una scelta condivisa dalla maggior parte degli studenti: «Qualsiasi cosa decideremo di fare mi piacerebbe che la posizione del liceo rimanga compatta – dice la rappresentante -. In ogni caso siamo tutti d’accordo perché nessuna forma di protesta vada a ledere il diritto allo studio. Noi pensiamo a forme di autogestione e di occupazione nel pomeriggio, gli spazi per chi vuole fare lezione saranno in ogni caso garantiti». Su questi punti uno dei rappresentanti della consulta provinciale, Francesco Porrini, auspica anche che ci sia un coinvolgimento e un coordinamento a livello provinciale con gli altri istituti. Al Cairoli non c’è però solo il fronte del no, anzi sono in tanti quelli che non condividono le proteste: «I maestri sono troppi e c’è addirittura chi vuole aumentarli e per farlo non ci sono soldi, questi tagli sono quindi giusti per evitare che si aumentino le tasse – dicono Isacco e Luca, due giovani studenti del Cairoli – e poi non capiamo le critiche al maestro unico, i nostri genitori lo hanno avuto e sono cresciuti benissimo. In caso di proteste noi andremo a scuola ancora più volentieri!». È durante l’assemblea però che il dibattito si fa più serrato: «Questa riforma taglierà le risorse delle nostre scuole», dicono dal fronte del no; «la scuola è piena di sprechi bisogna tagliare», rispondono dall’altro; «Sì, ma i tagli non possono essere indiscriminati!», ribattono ancora. Il risultato finale è che non si arriva a nessun risultato condiviso. Le decisioni vengono rimandate ai prossimi giorni. Occupare la scuola non sembra possibile, ci saranno probabilmente altre forme di protesta nelle mattinate di domani o dopo (29 e 30 ottobre). Nel frattempo la preside fa sapere che le giustificazioni per le assenze di giovedì, il giorno dello sciopero generale degli studenti, saranno accettate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Ottobre 2008
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