Da madre a figlia: le ricette di una vita

Elisabetta Severina ospite del Rotary "La Malpensa"

Un rapporto interrotto con la madre, morta giovane a 43 anni. E il desiderio di riscoprire quella parte degli affetti che sembravano averla abbandonata all’inizio dell’adolescenza. Elisabetta Severina, gallaratese di nascita, insegna letteratura e storia in un liceo artistico di Milano, sua città di adozione. Quest’anno ha debuttato come scrittrice con un piccolo romanzo autobiografico che ha presentato ieri, 29 ottobre, al Rotary Club "La Malpensa".  

Si intitola "Quarantatre", come l’età della mamma quando se n’è andata. Quello del ricordo, spiega l’autrice, «è il punto di partenza del libro», che prende il via da un libro di cucina che da generazioni viene tramandato di madre in figlia. Proprio grazie alle ricette – «l’odore e il sapore rimangono a lungo, come le anime», dice citando Proust – Severina ha cominciato un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta di ingredienti e impasti, unico segno tangibile di una persona che non c’è più. E ne ha fatto un libro che scorrendo l’indice assomiglia più ad un ricettario che ad un racconto: "Croquì", "Pasta con le erbette", "Crema di cioccolato", "Quiche alle zucchine con speck e toma" sono alcuni dei titoli dei capitoli del volume. «Nei cibi – afferma – è conservata l’identità di ciascuno di noi».  

Una storia lunga una vita, con un vuoto da colmare e un ruolo da sostituire. Fino al compimento dei fatidici 43 anni, quando diventa più vecchia della mamma. Il finale è a sorpresa e, come ha ribadito Giovanni Pacchiano su Il Sole 24 Ore, la «convinzione è che non siamo davanti ad una meteora».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Ottobre 2008
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