Essere medico: una missione per la vita
Celebrata la Giornata del Medico: all'Università dell'Insubria consegnati i diplomi e le medaglie per i 50'anni di attività
Doppio appuntamento per l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Varese in occasione della “Giornata del Medico”.
Tutto è partito dall’aula magna dell’Università dell’Insubria, dove sono stati consegnati i diplomi ai neolaureati (donne in grande maggioranza) e una medaglia ai medici varesini che avevano maturato 50 anni di professione. Una cerimonia aperta dal professor Paolo Cherubino, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Insubria.
«Sono qui più come docente, che come preside – ha dichiarato il professor Cherubino – e sono felice che ci possano essere momenti come questo, in cui sia possibile scambiarci qualche sogno e qualche momento di riflessione».
Il preside di Medicina ha continuato: «I giovani prendano esempio da chi ha più esperienza, e imparino che c’è una sola cosa che nessuno potrà mai togliere loro: la professionalità, maturata nel corso della loro vita di medici».
Ha poi preso la parola il professor Francesco Pasquali, presidente del Corso di Laurea specialistica in Medicina e Chirurgi, che ha proposto un breve percorso all’interno del mondo dell’opera lirica tra Otto e Novecento, con l’intento di esaminare la figura del medico nella “Bohéme” di Giacomo Puccini, nel “Woyzeck” di Alban Berg e nella “Traviata” di Giuseppe Verdi. «In queste opere non c’è una rappresentazione soddisfacente del mestiere del medico» ha concluso il professor Pasquali.
È dunque intervenuto il dottor Pier Maria Morresi, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Varese, per portare il suo saluto e proporre una riflessione. Una riflessione che ha fotografato la realtà attuale del rapporto tra paziente e cura medica, dato che «sempre più spesso si fa strada un “e-paziente”, cioè un paziente che si rivolge ad Internet per curarsi da solo. E così dopo che negli anni Settanta si è caricata la medicina di un’ansia di cambiamento sociale e di giustizia, oggi è sempre più frequente il ricorso dei cittadini a maghi, veggenti e filosofie orientali». Va dunque recuperato «un rapporto più equilibrato tra medico e paziente, una più matura comunicazione che spesso è stata compromessa dai frenetici ritmi quotidiani e da qualche responsabilità anche da parte dei media».
Sono seguiti un contributo del professor Giovanni Binaghi sui progressi della cardiologia negli ultimi cinquant’anni e un contributo del professor Luigi Bartalena sull’endocrinologia nella storia dell’arte. Dopo questi interventi, è stato data lettura al Giuramento di Ippocrate e, quindi, sono stati consegnati diplomi e medaglie.
Nella seconda parte della giornata, la manifestazione si è spostata a Duno Valcuvia, dove sorge il Tempio del Medico d’Italia (unica iniziativa di questo genere in tutta Europa) di cui ricorre il 70° dalla data di fondazione. Presso il Tempio di Duno, don Luca Violoni, assistente spirituale dell’Università dell’Insubria, ha celebrato una messa in suffragio dei medici defunti e a sostegno dei medici tuttora in servizio. Nel corso dell’omelia, il sacerdote ha ricordato come in questa circostanza si siano intrecciate, in maniera virtuosa, realtà diverse: Ordine e Università, giovani neolaureati che iniziano a sentire la responsabilità della professione e medici con una significativa carriera alle spalle, medici in attività e medici defunti. Don Violoni ha sottolineato come sia necessario che, nell’attività di ogni medico, siano presenti, come dicevano i latini, il “facere” e la dimensione dell’“agere”, cioè l’attività di cura e la capacità di supportare tale attività con energie spirituali, in grado di aiutare a servire meglio l’uomo e la società.
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