Expo 2015, è il momento della lista della spesa

In attesa che si decida chi gestisce la società dell'evento, le istituizoni si confrontano all'assemblea Confesercenti. Presentando il loro conto

Sarà che in fondo chiedere non costa nulla, soprattutto se non c’è un interlocutore. Sarà che i recenti Mondiali di Ciclismo hanno insegnato che tra le pieghe dei Grandi Eventi si riescono a realizzare sogni lasciati nel cassetto per anni, la tavola rotonda "Expo 2015: Arrivare è un inizio, stare insieme è progresso, lavorare insieme è un successo" che ha affrontato il tema Expo 2015 nell’ambito dell’assemblea annuale di Confesercenti Varese è stata una vera e propria "lista della spesa" l’elenco di tutti i desiderata che le varie istituzioni chiedono a quell’evento, alla società e al Governo perchè non si riveli un danno o un caso isolato.  

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Assemblea Confesercenti 2008 4 di 20

Una lista anche un po’ preoccupata, perchè tutti gli attori sono ben consapevoli che non c’è tempo da perdere nè soldi da spendere, vista l’attuale congiuntura e viste anche le premesse:  «Se guardiamo ai fatti, l’Expo per le opere infrastrutturali non ha messo nemmeno un euro – spiega l’assessore alle infrastrutture della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo –  Nel dossier della candidatura sono stati previsti stanziamenti per opere essenziali e connesse: per quelle essenziali vengono stanziati 3 miliardi e 400mila euro, metà dei quali destinati alla realizzazione del sito dell’expo. L’altra metà è divisa tra la metropolitana 6, che ne occupa la metà parcheggi e svincoli, piuttosto che la cosiddetta “via d’acqua”. Per il resto, non un euro».

Un bel cominciare. Che Cattaneo precisa subito dopo: «Tra Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia e Governo si è però stilata una lista delle priorità infrastrutturali dell’Expo, in tutto 17 opere che vedono in prima fila il terzo binario sul Sempione tra Rho e Gallarate e il collegamento ferroviario tra i terminal di Malpensa e Gallarate, ma anche la Rho Monza, il raccordo tra FS e FN a Busto Arsizio, la Pedemontana, la Brebemi, il collega e la sistemazione della Varesina. Delle nuove strade messe in lista, c’è già l’80% dei soldi: degli 11,4 milioni che servono mancano infatti solo 2 miliardi e mezzo. Non è impossibile trovare i soldi che mancano, però bisogna partire subito, sennò il problema non saranno i soldi ma i tempi».

Lo sguardo di Cattaneo va a Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione Bilancio, che il moderatore della tavola rotonda – Alessandro Casarin, responsabile della redazione Rai di Milano -maliziosamente appaia al suo predecessore sulla poltrona Cirino Pomicino, di cui "loda" l’efficenza nel trovare soldi per i suoi territori d’origine.

E Giorgetti, dopo aver precisato che «Una volta su questa poltrona ci si divertiva a spendere, adesso si cerca di tappare i buchi fatti in quegli anni» e dopo aver premesso che «Noi mettiamo in conto che la situazione non migliori, ma peggiori»,  risponde: «Per Expo la prima cosa da fare è creare la società di gestone, per poterla fare operare. E’ arrivato il momento di decidere, anche se qualcuno sarà contento e qualcun altro no. Dopodichè la questione è legata allo sveltimento di tempi e procedure: senza magari la necessità di un commissario che arrivi da Roma, basterebbe dare all’expo la denominazione di Grande Evento, cosa che permetterebbe di sciogliere molti meccanismi procedurali. Per quanto riguarda invecel’elenco delle priorità infrastrutturali letto da Cattaneo, a prima vista sembrava proprio il libro dei sogni nel cassetto, però forse non è impossibile. Anche se il pubblico deve fare la propria parte, ma è l’imprenditoria lombarda che deve esprimersi».

Già, la società che gestirà l’Expo 2015 e il suo consiglio di amministrazione: quella che ancora non esiste, e per cui questi appelli suonano ancora vani «C’è stato un rallentamento, in effetti, nella formazione della guida dell’expo – Ammette Luigi Casero, sottosegretario al ministero economia e finanze – E’ che dobbiamo mettere in piedi la migliore organizzazione societaria possibile, ma in questo momento definirla non è facile. L’opportunità di Expo 2015 è difficile da raggiungere, a Saragozza non è andata bene. E’ necessario perciò un grande rapporto tra tutti coloro che agiscono per questa manifestazione e non è il caso che ci sia un gestione monopolizzante da parte del comune di Milano. E inoltre come governo dobbiamo garantire l’apporto finanziario previsto ma anche creare norme che garantiscano l’apporto dei privati: per questo non abbiamo tempo da perdere ma nello stesso momento dobbiamo fare scelte ponderate».

Insomma, ancora la quadra non è stata trovata. Chissà dove finiranno, perciò, gli appelli del presidente della provincia di Varese, Dario Galli, che dopo avere ricordato che «Siamo vicino alla Fiera, abbiamo un contesto industriale adeguato, soprattutto dal punto di vista dell’alta tecnologia, e nella parte nord anche un contesto turistico, dove stiamo lavorando a favore della sostenibilità» proprio in vista dell’Expo, ricorda che «Il problema alla fine, è infrastrutturale: serve a poco preparare all’evento le località di lago quando ci sono punti nelle strade lacuali larghe quattro metri, dove due auto insieme non passano».

E quello del sindaco di Varese Attilio Fontana che cerca di convincere chi di dovere che «Quando stimolata, Varese dà sempre risposta. E per questo avrebbe bisogno anche lei qualcosa: come un collegamento ferroviario veloce, che non ha senzo arrivi dalla Fiera a Malpensa e si fermi lì».

Nel dubbio – e nello stallo – il vicepresidente della provincia di Milano Alberto Mattioli, che l’aggiudicazione dell’Expo 2015 l’ha vissuta in diretta, prova a ricordare: «Con il precedente Governo la questione infrastrutture era discussa al Tavolo Milano, che da questo punto di vista è stato molto efficiente. Per questo suggerisco al nuovo governo di fare lo stesso». Hai visto mai che dovesse funzionare.

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Pubblicato il 13 Ottobre 2008
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