Gli agricoltori strappano un accordo sul prezzo del latte

Ai produttori che lavorano tra campi e cascine sarà riconosciuto un prezzo del latte al litro che sarà compreso tra 38 e 40 centesimi al litro

Sono stretti tra i costi crescenti della produzione e le richieste al ribasso dell’industria agroalimentare; gli agricoltori lombardi alle prese con la crisi hanno però ottenuto un importante aggiornamento del prezzo del latte alla stalla pagato dall’industria di trasformazione. «Esprimo soddisfazione per questo accordo, che si muove nella direzione di una intesa lombarda concreta non solo per il comparto lattiero-caseario, ma per l’intero sistema agro-alimentare regionale. Ringrazio pertanto tutte le parti che hanno lavorato nell’interesse della filiera e di un equilibrio possibile per questo mercato» ha detto l’assessore Luca Daniel Ferrazzi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, commentando la notizia del raggiungimento dell’accordo per il prezzo del latte alla stalla tra il mondo degli allevatori, rappresentato dai livelli regionali di Confagricoltura, Coldiretti e Cia, con Itallatte S.p.A., la maggior industria del settore che rappresenta i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori, valevole a partire dal corrente mese di ottobre e sino al 30 aprile 2009. Nel contratto – secondo quanto riferito dalle parti interessate – il prezzo pattuito per latte intero, genuino, reso refrigerato alla stalla a 4 gradi centigradi nel rispetto delle norme igienico sanitarie, è di 0,40 euro al litro + Iva per il latte consegnato nel mese di ottobre, 0,39 euro al litro + Iva per le consegne dei mesi di novembre e dicembre e di 0,385 euro al litro + Iva per le consegne del periodo 1 gennaio 2009 – 30 aprile 2009. "Nella nostra regione – aggiunge Ferrazzi – il settore del latte coinvolge circa 6.800 produttori primari, con una produzione annua stimata in oltre 4 miliardi di litri (40% del totale complessivo nazionale) per un valore di oltre 1,4 miliardi di euro. Il latte lombardo è di altissima qualità e di assoluta sicurezza alimentare: prova ne sia che il 50% viene destinato alla produzione dei formaggi Denominazione di Origine Protetta, fiore all’occhiello del nostro comparto agro-alimentare. «Auspico che questa intesa – conclude Ferrazzi – in un momento in cui la congiuntura economica complessiva, e quella in particolare del settore lattiero-caseario, è delicata, possa determinare una maggiore stabilità al comparto, affinché si possano affrontare con ragionevole serenità le scelte per il futuro, in vista anche della prossima riforma della Politica Agricola Comunitaria – PAC».

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Pubblicato il 31 Ottobre 2008
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