Gli studenti stranieri devono poter studiare insieme agli altri

Pubblichiamo l'intervento di Giorgio Grasso e Maria Angela Monti del Pd di Varese sull'introduzione delle "classi ponte"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giorgio Grasso (responsabile provinciale per il Partito democratico del settore "Diritti di cittadinanza") e Maria Angela Monti (responsabile provinciale per il Partito democratico del settore "Solidarietà e Interculturalità") relativo alla mozione proposta dalla Lega Nord e approvata alla Camera che introduce alcune importanti novità sulla scuola e gli studenti stranieri. 

La mozione, adottata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei deputati, su proposta della Lega Nord, che impegna il Governo a prendere diversi provvedimenti sull’accesso degli studenti stranieri al sistema scolastico, lascia un forte senso di disagio a chi, come il Partito democratico, ritiene che i problemi dell’immigrazione e, nello specifico, la questione del diritto allo studio degli studenti stranieri, debbano essere risolti in una logica di integrazione e di inclusione.

Il testo, approvato con una maggioranza abbastanza risicata e con numerosi voti contrari anche tra esponenti della coalizione che appoggia il Governo Berlusconi, manifesta, infatti, la volontà di introdurre pesanti ed inammissibili discriminazioni nell’educazione delle giovani generazioni.

Con la mozione si impegna in particolare il Governo “a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione”, e “ad istituire classi di inserimento che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all’ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti”; queste classi di inserimento, denominate in una prima versione del testo “classi ponte”, separate dalle classi normali, lasciano trasparire, come ha detto anche in aula l’onorevole Piero Fassino, durante la discussione del provvedimento, “una regressione culturale – prima ancora che politica – che mette in discussione i fondamentali principi di uguaglianza tra gli uomini” e che porta addirittura a realizzare odiose discriminazioni  tra i bambini e tra i più piccoli di essi.

Inoltre, se, come ha sottolineato un altro deputato del PD, Emanuele Fiano, “è giusto pensare che dei bambini che arrivano nel nostro Paese, che non conoscono la nostra lingua, che non sanno esprimersi e che, quindi, apprendono più lentamente i programmi scolastici, abbiano bisogno di programmi differenziati, è pure vero che questi debbano essere svolti insieme agli altri bambini”, investendo su figure educative e professionali appropriate, che affianchino il lavoro degli insegnanti nella medesima aula.

Bene ha fatto, allora, il Partito democratico a votare compattamente contro questo testo, che tra l’altro limita solo agli studenti stranieri l’obbligo di formarsi nell’educazione alla legalità e alla cittadinanza, nella comprensione dei diritti e dei doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del Paese accogliente), nel sostegno alla vita democratica – per citare ancora la mozione – come se questi non fossero impegni che anche uno studente italiano debba assumere a guida dei propri comportamenti.

E a tacere, poi, dell’aberrante previsione per la quale, nelle classi di inserimento, si dovrà insegnare il rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi…

E’ inaccettabile, inoltre, che in pochi mesi le forze di Centro-destra, per la seconda volta, abbiano messo in campo misure che ledono potenzialmente i diritti dei minori, come era già avvenuto nella vicenda della rilevazione delle impronte digitali ai rom.

Anche in Provincia di Varese, allora, dove recenti episodi di cronaca hanno evidenziato, proprio nell’ambito scolastico, il diffondersi di un’intollerabile cultura razzista, frutto anche della propaganda di forze politiche come la Lega Nord, il Partito democratico si oppone con forza a simili provvedimenti che rischiano di minare irreversibilmente le più elementari regole della convivenza civile.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Ottobre 2008
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