In mostra le Grandi Opere di Pomodoro

Dal 4 ottobre fino a marzo 2009, nella sede della Fondazione che porta il suo nome, alcune tra le sue sculture più voluminose e affascinanti. Tre gli inediti

Arnaldo Pomodoro e alcune delle sue più grandi e suggestive opere avranno finalmente un loro spazio, almeno fino a marzo prossimo. 
Da oggi, sabato 4 ottobre, infatti fino al 22 marzo 2009 la Fondazione Arnaldo Pomodoro propone la mostra "
Arnaldo Pomodoro – Grandi Opere 1972-2008" curata da Bruno Corà.

Un percorso con quindici sculture monumentali (di cui alcune inedite, come il Grande portale dedicato a Edipo e l’Ingresso nel labirinto) che dialogheranno idealmente con le cento immagini che compongono la mostra "Ugo Mulas fotografa Arnaldo Pomodoro" allestita negli spazi della Fondazione stessa.

L’esposizione, che coinvolge anche spazi esterni alla sede di via Solari per un suggestivo percorso cittadino, offre al pubblico una scelta rappresentativa delle opere monumentali realizzate dagli anni Settanta a oggi, in un itinerario che segue l’evoluzione dell’artista nel suo rapporto con le grandi dimensioni: dal
"Cono Tronco" del 1972 e "The Pietrarubbia Group" del 1975-76,
passando per "Giroscopio" del 1986-87 e "Le battaglie" del 1995,
fino a "Punto dello spazio" del 2003 e "Cuneo con frecce" del
2006.

L’elemento centrale della mostra è costituito da tre grandi opere inedite che rappresentano per Pomodoro un percorso di ricerca in sviluppo, componendo un ciclo in riferimento al mito e alla storia dell’uomo, con le relative valenze culturali di memoria e di racconto: "Grande portale" dedicato a Edipo, qui presente nella nuova versione in bronzo che misura 11,80 metri
di altezza e 9,40 di larghezza, originariamente progettato per l’opera "Oedipus Rex" di Igor Stravinsky e di Jean Cocteau, messa in scena nella piazza del Duomo di Siena nel 1988; "
Obelisco" in corten con inserimenti in bronzo alto 14 metri ideato ricordando gli obelischi dell’antico Egitto; "Ingresso nel labirinto", dedicato a Gilgamesh, eroe del primo grande testo poetico e allegorico sull’esperienza umana scritto nel 2000 a.C. L’opera è collocata nella cavea del piccolo teatro della Fondazione, dove resterà
permanentemente.
L’esposizione ha ricevuto contributo e patrocinio dell’assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Ottobre 2008
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