Islamici, la giunta comunale aspetta il Prefetto

Attesa la convocazione di una riunione per decidere sul futuro della comunità musulmana. Mucci: "Sono preoccupato, i cittadini al limite di sopportazione"

La giunta gallaratese aspetta il Prefetto. La preghiera reiterata per strada della comunità islamica, che lo scorso venerdì 3 ottobre si è ritrovata davanti all’ex centro culturale di via Peschiera, preoccupa l’amministrazione comunale guidata da Nicola Mucci. La vicenda, che prosegue da anni senza che sia trovata una soluzione, sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno. L’ordinanza che vietava le riunioni a scopo religioso sul suolo pubblico nel periodo del Ramadan è scaduta con la fine del mese sacro all’islam: in molti si aspettavano una riconferma del divieto già oggi, lunedì 6 ottobre, ma Mucci e colleghi hanno deciso di attendere l’incontro col Prefetto di Varese, fissato per la fine di questa settimana (giovedì 9 o venerdì 10 ottobre). In una riunione di maggioranza svolto sabato scorso, i partiti al fianco del sindaco gallaratese hanno dimostrato di andare nella stessa direzione: non solo vietare la preghiera in strada, cosa che comunque non sembra essere in discussione, ma affrontare una volta per tutte la questione con un’analisi completa della situazione, allargando lo sguardo a livello provinciale.  

«Non nego di essere preoccupato – spiega Nicola Mucci -. Il problema è notevole, non solo per il disturbo della cittadinanza di quella zona, esasperata da tantissimi venerdì blindati in casa, ma anche per i continui controlli che dobbiamo predisporre, con le relative spese per il Comune. Già nel primo incontro col nuovo Prefetto è emerso un discorso che ripeto da tempo: non è solo un problema di Gallarate e non è giusto che solo Gallarate debba sobbarcarsi l’onore di risolvere la questione. Dispiace che gli islamici abbiano deciso di ritrovarsi a pregare per strada, con una scelta unilaterale che certo non aiuta il dialogo. Mi auguro che capiscano e comprendano la complessità della situazione anche loro: noi siamo aperti al dialogo, ma serve serietà, ci deve essere un’analisi seria da parte di tutti, partendo dal presupposto che non può essere l’amministrazione comunale a risolvere un problema privato di altri. Se la comunità musulmana vuole, l’amministrazione può accompagnarla ad un percorso di legalità, ma non può essere l’amministrazione a caricarsi sulle spalle e magari pagare per problemi che gli islamici non hanno mai voluto affrontare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Ottobre 2008
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