“L’ambiente torni al centro dell’agenda politica”
Nota degli "Amici della Natura" di Arsago Seprio dopo la sentenza "Cascina 3 Pini"
Riceviamo e pubblichiamo
Indipendentemente dal riconoscimento di elevato valore economico a un bosco in quanto bosco, piuttosto che come quintali di legna da ardere o come terreno da trasformare in cemento, la sentenza “Cascina 3 Pini” apre interessanti prospettive per altri proprietari terrieri, i quali potrebbero a loro volte avviare una causa civile, dopo aver comprovato i danni causati da Malpensa al proprio patrimonio naturale.
Certamente non per tutti i boschi si può vantare pari importanza economica, ma è pur vero che, nell’area naturale sotto i coni di decollo, si svolgono svariate attività, alcune delle quali a carattere sportivo, turistico e ricettivo. Le scuderie di Casorate ne sono un esempio.
Nello svolgimento di una corretta Valutazione di Impatto Ambientale, le perdite economiche subite dalle aziende private devono diventare oggetto di computo, con conseguente compensazione economica; nel caso di Malpensa, da parte di SEA e del Ministero dei Trasporti.
Il Parco stesso potrebbe chiedere i danni, ma dubitiamo che lo faccia, vista la fiacchezza della presidenza Bertani.
La perizia super partes consegnata al Tribunale dal Dott. Genevini, suddivisa in differenti e complementari comparti d’analisi, costituisce una documentata risposta ad alcune delle richieste di monitoraggio ambientale poste dal decreto D’Alema, il 13/12/1999. Dal punto di vista giuridico, questa sentenza basterebbe da sola a riportare i volumi del traffico aeroportuale alle disposizioni anteriori a tale decreto.
Ma c’è dell’altro. Infatti
A questo punto c’è da chiedersi quale sia il piano di gestione dei SIC in area Malpensa, piano da predisporre ai sensi della normativa europea, in grado di assicurare la conservazione della biodiversità negli ambiti stessi.
Nel caso di opere infrastrutturali o strutturali i SIC sono oggetto di specialissima valutazione ambientale,
La traccia di fondo del cambiamento sarà l’abbandono della visione del rapporto economia-ambiente propria dell’economia utilitarista, in favore dell’economia ecologica e della sostenibilità.
Come ci insegnano le nazioni europee più evolute, oggi si creano più posti di lavoro attuando politiche ambientali ed avviando una crescita economica accompagnata alla diminuizione degli impatti.
La polemica tra Italia e U.E. sulla riduzione delle quote di CO2 ci insegna qualcosa.
Impareranno la lezione gli ultimi della classe?
Raffaella Filippini
Amici della Natura ad Arsago
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