L’eredità di Luigi Einaudi
Fino al 25 gennaio a Palazzo della Ragione libri, fotografie e documenti che ripercorrono la vita del presidente
Si aprirà ufficialmente domani, venerdì 24 ottobre 2008, a Milano (Palazzo della Ragione, Piazza dei Mercanti, 1) la mostra “L’eredità di Luigi Einaudi: la nascita dell’Italia repubblicana e la costruzione dell’Europa”.
Un viaggio per testi e immagini già presentato a Roma al Palazzo del Quirinale lo scorso maggio, che parla della vita, delle amicizie, delle passioni, delle paure di colui che fu secondo presidente della Repubblica italiana, antifascista austero e rigoroso, pensatore sorprendente – per dirla anche con le parole di Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi di Milano – e forse da riscoprire in questo difficile autunno della finanza mondiale.
Esposti in otto sezioni tematiche che partono dagli anni formativi e dalla prima maturità (1874-1914) sino agli incarichi di Governatore della Banca d’Italia (1945-1948) e di Presidente della Repubblica (1948-1955), sono un’infinita serie di documenti, libri, foto e appunti autografi, oltre alle ricostruzioni dei tre studi di Luigi Einaudi: lo studio alla Banca d’Italia, dove progettò la stabilizzazione della lira; lo studio al Quirinale, da dove garantì la ripresa della vita democratica dell’Italia repubblicana; lo studio-scala di San Giacomo, prediletto luogo di appartata riflessione. Pezzi di vita istituzionale e privata, raccolti e archiviati grazie alla supervisione della famiglia dello statista e al supporto di prestigiosi promotori, fra cui anche la Presidenza della Repubblica Italiana.
“Con Einaudi – il commento di Giorgio Napolitano a margine della “prima” romana della mostra – si definì per la prima volta una modalità di corretto rapporto tra governo, Parlamento e Presidenza della Repubblica, e specificamente tra Presidente del Consiglio e Capo dello Stato. Rapporto di limpida collaborazione istituzionale, senza confusioni e senza sconfinamenti ; e nello stesso tempo di confronto, non compromissorio, sulle questioni di principio”.
Economista liberale, professore appassionato alla Bocconi di Milano (fino a quando non fu costretto a lasciare l’incarico durante gli anni del Fascismo) e all’Università di Torino, viticoltore nel suo podere a Dogliani, raffinato collezionista, giornalista per La Stampa, il Corriere della Sera e l’Economist, Einaudi si distinse sempre per la semplicità e l’ironia dei suoi scritti. Diceva a proposito della sua esperienza di giornalista : “Cominciai a scrivere senza firma, per un accordo che teneva conto di esigenze editoriali, e che ho sempre apprezzato. Il grande giornalismo è tutto anonimo, come il Times. Purtroppo, cominciò a un certo punto l’andazzo dei divi…”.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta sino al 25 gennaio con i seguenti orari: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (il giovedì chiusura posticipata alle 22.30), il lunedì dalle 14.30 alle 19.30.
Per informazioni: http://www.mostraluigieinaudi.it/
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