La Cgil Lombardia lancia un patto per il welfare locale
Il sindacato chiede più attenzione anche per gli asili nido per aiutare le lavoratrici con figli
Si è svolto oggi, presso l’ANPI di Milano in via Mascagni 6, un convegno promosso dalla CGIL Lombardia e dalla FP Cgil Lombardia dal titolo “Alla ricerca del nido perduto. Il lavoro delle donne e i servizi per i bambini e le bambine”. Con questa iniziativa la CGIL e la Funzione Pubblica della Lombardia hanno voluto fare il punto – a 37 anni dalla loro costituzione – su cosa siano oggi gli asili nido, a quali bisogni educativi vecchi e nuovi rispondano.
Lella Brambilla, aprendo i lavori della mattinata, ha sottolineato che quando si “mette a tema il rilancio del ruolo e della funzione degli asili nido, ci si deve confrontare anche con il rischio – in parte già attuale – della marginalizzazione di questi servizi. Siamo di fronte al dilagare di un privato senza controlli, spesso avulso da standard anche minimi di qualità, al diffondersi di un’ideologia iperfamilista che lascia nei fatti le famiglie, e soprattutto le donne, sole con i loro bisogni, i loro problemi, i loro desideri.
La costruzione di nidi pubblici si è sostanzialmente fermata, e si è esteso l’affidamento a soggetti privati anche per via dei tagli reiterati dei finanziamenti agli enti locali. Le ricadute della scarsità dei servizi per l’infanzia sull’occupazione femminile, con tassi già intollerabilmente bassi, sono evidenti. Siamo troppo distanti dalla media europea, e addirittura – così ci dice la relazione della Direzione Regionale del Lavoro della Lombardia sullo stato di applicazione della legge sulla maternità – dal 2006 al 2007 le dimissioni dal lavoro delle donne sono passate da 4608 a 5581, e sono quasi sempre motivate da esigenze di accudimento dei figli, aggravate ( si tratta del 90% dei casi) dalla mancata concessione del part time.
Da un’indagine IARD emerge che solo il 17,9% delle lavoratrici della grande distribuzione si è affidata alle strutture territoriali per la “ gestione “ dei propri figli, una gestione che anche e soprattutto a causa di nastri orari profondamente mutati, nella grande distribuzione ma non solo, diviene sempre più difficile. Ecco perché è necessario produrre una sorta di patto fra i diversi soggetti, e primariamente gli enti locali ed il personale educativo: si riprenda ad investire negli asili nido, si operi per avvicinare i trattamenti contrattuali tra i nidi a gestione diretta e quelli appaltati (anche attraverso i capitolati d’appalto), ma nella logica di servizi più modulari, più elastici, più rispettosi delle esigenze di chi lavora.
Sono poi intervenuti Francesca Zajczyk, della facoltà di Sociologia urbana dell’Università di Milano-Bicocca, che ha affrontato il tema della qualità della vita delle donne tra lavoro e figli, Vito Romito della segreteria della Funzione Pubblica Lombardia, che ha parlato dei contratti nazionali di lavoro e della loro rispondenza alle necessità dei servizi per l’infanzia pubblici e privati. E’ stata poi la volta di Sergio Fassina, della segreteria regionale della FILCAMS, che si è occupato di organizzazione del lavoro e articolazione degli orari nella grande distribuzione e di Filomena Centola, educatrice di un asilo nido del Comune di Milano, che ha parlato della propria esperienza e dei rischi che corrono gli asili nido pubblici.
Sono inoltre intervenuti Donatella De Gaetano, presidente nazionale di ASSONIDI, Pier Attilio Superti, segretario generale ANCI Lombardia, Fabio Ghelfi, responsabile del Dipartimento Internazionale e delle politiche europee della CGIL Lombardia, che nella seconda parte del convegno, quella pomeridiana, ha lanciato uno sguardo oltre confine, a quello succede in altri Paesi dell’Unione Europea avvalendosi anche dei contributi delle rappresentanze di Svezia, Germania e Francia presenti al convegno, e Ferruccio Cremaschi, direttore della rivista “Bambini in Europa”. Quest’ultima parte ha messo in luce come i dati sull’occupazione femminile e la copertura dei servizi per bambini e bambine in Italia e in Lombardia siano ancora lontani dagli obiettivi di Lisbona per il 2010.
Per salvare e rilanciare il welfare locale del quale i servizi per l’infanzia sono una parte importante, occorre salvaguardare la loro funzione educativa e non di parcheggio.” Riprendendo poi la proposta lancita nella relazione da Lella Brambilla Baseotto ha detto che “è necessario lavorare per definire un patto tra enti locali e personale di questi servizi. Il sindacato – ha detto il Segretario della Cgil Lombardia – deve poter giocare la partita della contrattualità soprattutto sugli appalti.
Hanno fatto bene Il Sindaco e i Presidenti di Provincia e Regione a pronunciarsi contro i tagli del Governo. Un intervento sacrosanto e da sottoscrivere perché la Lombardia sta rischiando molto nel quadro di questa crisi. Si parla, in prospettiva, di un aumento del 2% del tasso di disoccupazione. Allora non basta intervenire in aiuto delle piccole e medie imprese, così come non basta farlo per le banche. Bisogna sostenere i servizi e le persone, e il patto che proponiamo si può lanciare da subito, per far sì che la qualità dei servizi ai cittadini venga messa tra le priorità dalla Regione”.
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