Max De Aloe e il suo Lirico Incanto al Teatro Nuovo

Appuntamento con il quartetto capitanato dal musicista, che presenta il nuovo cd, giovedì 16 ottobre alle 21

Il Teatro Nuovo di Varese ospiterà giovedì 6 ottobre alle ore 21.00 per la rassegna Note di Scena il Max De Aloe Quartet, che presenta il nuovo cd LIRICO INCANTO uscito il 2 ottobre scorso.


Questa la formazione del quartetto:
Max De Aloe – armonica cromatica

Roberto Olzer – pianoforte

Marco Mistrangelo – contrabbasso
Nicola Stranieri – batteria

Max De Aloe è “l’armonicista italiano più richiesto e attivo”, secondo “Jazz Magazine”, una delle Bibbie del jazz. Ha detto di lui Thom Jerek, direttore della All Music Guide di New York:  “C’è un mistero nel suo sound e nelle profonde radici del suo approccio armonico al jazz che è impenetrabile. Ognuno, ascoltandolo, tornerà ad attribuire all’armonica un ruolo di primissimo piano”.

L’armonica, in realtà, è uno strumento che è stato spesso sottovalutato o relegato nell’ambito della musica folk, considerato un “giocattolo” poco costoso che tutti abbiamo avuto per le mani e bistrattato da bambini. De Aloe, però, ne sa trarre suoni sofisticati di insospettabile sensualità  e una gamma infinita di sfumature. Queste qualità espressive hanno convinto De Aloe a ritenere di poter affrontare una sfida difficile, quella di “importunare” le melodie di  Puccini, Verdi e Leoncavallo nel nuovo cd “Lirico Incanto”, riletture e reinterpretazioni di arie d’opera in chiave jazz: un esperimento rischioso, che potrebbe  infastidire i melomani più radicali e i puristi del jazz ma che si propone, al contrario, di avvicinare e conquistare un più largo pubblico tanto all’Opera quanto al Jazz colto. Il risultato è musica che spiazza e nello stesso tempo irretisce riuscendo a mostrare un personalissimo  punto di vista sull’interpretazione di grandi melodie della tradizione operistica.

Lo supportano in questa avventura gli altri componenti del quartetto, ormai affiatatissimo: Roberto Olzer al piano, Marco Mistrangelo al double bass,  Nicola Stranieri alle percussioni, musicisti con un curriculum professionale di tutto rispetto, che non disdegnano e non temono le sperimentazioni e la ricerca più ardite.

Quella dell’apertura del jazz ad altre forme artistiche è per De Aloe una vocazione.

Dopo gli inizi alla corte dei grandi del jazz italiano come Franco Cerri, Gianni Coscia e Renato Sellani, dopo cinque album all’attivo come leader e una quindicina come ospite, e contemporaneamente a prestigiose collaborazioni con musicisti di fama mondiale quali, tra gli altri,  Adam Nussbaum, Mike Melillo, Thilo Wagner, Don Friedman, Greg Burk, Bibi Rover, De Aloe ha da subito cercato la contiguità con altre arti, accompagnando altri artisti in performance originali: al fianco dello scrittore Paolo Nori, del poeta Giuseppe Conte, del video artista Marco Cardini, del fotografo Roberto Cifarelli, per esempio.

Ha scritto e suonato le musiche per il documentario cileno “Mujeres + Arte”, vincitore del premio “Fondo de Fomento Audiovisual 2006” del Ministero della Cultura cileno. E’ stato musicista in scena nello spettacolo “Por la vida” dedicato alle Madri argentine di Plaza de Mayo. E’ stato polistrumentista nella sonorizzazione dal vivo del film Nanuk l’eschimese di Robert Flaherty insieme ai musicisti Simon e Brian Quinn.

Questo amore e la ricerca di aperture nei confronti di altre forme di espressione artistica sono senz’altro contraccambiati. “Lirico Incanto” ha già affascinato i registi Mario Garofalo e Lorenzo Ceva che, dopo averlo ascoltato in anteprima, hanno deciso di farne la colonna sonora del loro prossimo film. E i  primi mesi del 2009 vedranno la collaborazione di De Aloe con il jazzista americano Bill Carrothers, tra i più geniali pianisti jazz contemporanei, per la realizzazione di un cd di composizioni ispirate ai romanzi di Haruki Murakami.

Ma “Lirico Incanto” ha anche favorevolmente impressionato un grande del jazz contemporaneo italiano, Paolo Fresu, che nelle note di copertina scrive: “Max De Aloe ha compreso che jazz e Opera sono legati da quel sottile filo fatto di storia e di cultura, di migrazioni e di linguaggi che hanno unito i Continenti ben prima che trombe e sassofoni invadessero le strade di New Orleans. Per questo, assieme ai colleghi di questo stupendo viaggio musicale, ha colto nelle belle melodie di Leoncavallo, Verdi e Puccini l’essenza di una musica che vuole, come da sempre è stato, parlare al mondo di una umanità viva e dinamica. Umanità che ha portato la musica fuori dai confini italiani e che oggi ce la rimanda carica di echi e riverberi d’oltreoceano.

Lirico Incanto è musica limpida come l’aria. Musica raffinata e coesa che sa di lirismo e di melodia. La stessa che da qualche centinaia di anni rappresenta magnificamente ciò che noi siamo al di là dei generi e degli stili”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Ottobre 2008
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