“Non curarono il martellatore”, rinviati a giudizio gli psichiatri

Secondo l'accusa due medici non curarono Ernesto Zaffaroni, l'uomo che prese a martellate una ragazza nel 2005

Rinviati a giudizio. Si è chiusa l’udienza preliminare a carico dei due psichiatri sotto processo accusati di non aver fermato, con le adeguate cure mediche, la folle mano di Ernesto Zaffaroni. L’uomo,  saronnese (già assolto per incapacità di intendere e di volere), colpì, ferendola gravemente con un martello, Marta Angaroni, all’epoca tredicenne. Oggi la ragazza è ridotta a uno stato vegetativo, ha danni permanenti e non si riprenderà. Il 24 settembre 2005 la giovane stava mangiando il gelato con le amiche in paese e Zaffaroni l’aggredì, lasciandola a terra esanime. Il processo, in rito abbreviato, finì con l’assoluzione, dopo una perizia psichiatrica, e cinque anni di internamento in una struttura a Reggio Emilia. L’udienza di oggi, martedì 14 ottobre, è durata circa un’ora e ha visto accolta la richiesta di rito abbreviato della difesa dei due psichiatri del Cps di Saronno, che avevano in cura Zaffaroni.

Per i due il rinvio a giudizio riguarda tre capi d’imputazione che vanno dalle lesioni gravissime, all’abbandono di incapace fino all’omissione di soccorso. La richiesta di rinvio a giudizio del pm Massimo Baraldo accolta dal Gup si fonda su una sentenza della Corte di Cassazione dell’ottobre 2007, nella quale si attesta che se il malato non è curato nel modo appropriato, la responsabilità è del medico. Dunque Zaffaroni poteva essere fermato, secondo il giudice, se fosse stato curato adeguatamente. Nessuna responsabilità civile per l’ospedale di Saronno, in quanto non è possibile ottenerla col rito abbreviato. La prima udienza del processo si terrà il 9 dicembre prossimo.

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Pubblicato il 14 Ottobre 2008
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