“Non spostiamo il traffico, cerchiamo di ridurlo”

Nota della consigliera comunale di Gallarate Cinzia Colombo sulle scelte per la mobilità

Riceviamo e pubblichiamo una nota della consigliera comunale Cinzia Colombo a commento del Piano Urbano del Traffico approvato lunedì.

Il Piano Generale Urbano del Traffico (PGTU) di Gallarate è finalmente in dirittura di arrivo.  L’Amministrazione propone interventi mirati a spostare all’esterno del centro storico il cospicuo traffico di transito. Bene. Peccato che la città non abbia un centro circondato da arie verdi, prive di abitanti, ma che al contrario le periferie cittadine siano oggi densamente popolate, anche a seguito di una smania cementificatrice propria di questa e della precedente amministrazione.

Così gli interventi tolgono il traffico dalle vie del centro per spostarlo in via Puglia, via Mastalli, via Forze armate, via Aleardi, via Vespucci, viale Lombardia, via Sciesa, via Padre lega, via Noè, via Assisi e Monte San Martino, per citarne solo alcune… vie già oggi ben trafficate e certamente attorniate da abitazioni.

Si progetta una tangenziale nord ovest, soprattutto per il passaggio dei camion, che da via Varese, segua via del Lavoro, via Campo dei Fiori fino a Via per Besnate e poi via Assisi, San Martino, via Sciesa, Via Noè (benché per queste ultime due nel lungo periodo sia previsto un percorso alternativo). Con buona pace delle scuole elementari che lì si trovano e che vedranno scorrersi a fianco auto e camion (quindi più gas di scarico e rumore) e di chi vuole partecipare all’ammirevole iniziativa del piedibus (giacché occorrerà attraversare strade a doppia corsia con scorrimenti veloci).

Si progetta una rotonda su viale Milano per velocizzare il traffico per lo più indotto dai centri commerciali e lo si fa con denaro pubblico dato dalla Regione in cambio dell’ampliamento dell’Hupac. Peccato che detto ampliamento porterà ad un aumento del 50% del traffico di camion (lo dicono i tecnici del Piano Urbano della Mobilità – PUM): una soluzione quindi che diviene causa dei problemi.

Si inseriscono nelle vie del centro obblighi di svolta (come in via Venegoni) per rompere itinerari di attraversamento, ignorando il dato degli oltre 55.000 movimenti interni fatti dai gallaratesi che si spostano da una parte all’altra della città. Con gli allungamenti di percorsi, gli incrementi del consumo di benzina e l’ulteriore perdita di tempo che già oggi stiamo sperimentando. Con il risultato che chi utilizza la bicicletta deve compiere chilometri in più per raggiungere mete vicine e che chi va a piedi non può più attraversare in sicurezza e in comodità. Alla faccia dell’obiettivo proprio del PGTU che dovrebbe incentivare la riduzione del traffico delle auto e favorire proprio gli spostamenti in bicicletta e a piedi. Tanto più che la realizzazione delle piste ciclabili è rimandata nel tempo e in relazione alle risorse economiche disponibili.

Servirebbe invece, nel dare pari dignità a chi abita in centro e a chi abita fuori, non limitarsi a soluzioni che spostano il traffico ma progettare interventi che lo riducano. Sapendo, anche da studi del settore, che allargare le strade, farle a doppia corsia, costruirne di nuove, produce sempre un aumento del numero delle auto circolanti. Cioè produce un aumento del traffico.

Perché allora non concentrarsi sulla maggioranza del traffico tutto interno alla città, fatto di brevi spostamenti, ricercando soluzioni vantaggiose in termini economici e di tempo usato dagli automobilisti per spingerli all’uso di mezzi alternativi (piedi, biciclette, ma anche trasporti pubblici maggiormente in grado di rispondere alle cambiate necessità, come i taxi collettivi, i servizi a prenotazione, ecc.)?

Perché non smetterla di aprire centri commerciali di grande o media distribuzione in strade già così trafficate, come via Carlo Noé con l’Expert o via Ronchetti con la ormai quasi pronta Esselunga?

Perché proseguire nel portare a Gallarate centri di esposizione, multisale, centri congressi e altra logistica (che dovrà essere raggiunta dai camion), come previsto nel milione di metri cubi da costruire lungo la 336?

Altre sono dunque le soluzioni da ricercare, certo nella difficoltà di agire in uno stato di fatto, che esiste al di là delle responsabilità politiche di chi lo ha generato.  

Cinzia Colombo (consigliera comunale)

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Pubblicato il 28 Ottobre 2008
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