Marcegaglia: “No alla rottura sindacale. Servono soluzioni condivise”

Il presidente di Confindustria alla sua prima visita in Liuc. “Basta piangersi addosso, lavoriamo per uscire dalla crisi e valorizziamo le nostre imprese”

«Finalmente ce l’ho fatta a venire a Castellanza e a vedere la Liuc». Così Emma Marcegaglia ha commentato la sua prima visita da presidente di Confindutria all’ateneo castellanzese in occasione del convegno per celebrare i dieci anni di attività dell’Archivio del Cinema Industriale e della Comunicazione d’Impresa.
Le prime parole del presidente sono però dedicate alla situazione nazionale. «Bisogna sostenere di più le famiglie e le imprese. Per queste ultime servono più ammortizzatori sociali, il taglio dell’Irap e sgravi fiscali per quelle che si ricapitalizzano. In questo momento di recessione globale, bisogna dare più fiducia alle imprese che vogliono lavorare e andare avanti». Ancora Marcegaglia parla di «ottanta milioni di euro già stanziati in passato per le infrastrutture, ma
mai utilizzati. Vogliamo che questi soldi vengano invece spesi subito». Una riflessione anche sulla rottura sindacale e sulla posizione della Cgil. «Io auspico che non ci sia una rottura fra i sindacati, soprattutto su un tema come quello della crisi economica. Fra circa quindici giorni dovremmo prendere delle decisioni: se saremo tutti d’accordo tranne la Cgil, sarà un segnale chiaro. Io però spero che non ci siano conflitti, ma soluzioni condivise da tutti». 

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Emma Marcegaglia alla Liuc 4 di 8

Esauriti gli argomenti nazionali, il suo intervento si è incentrato sul ruolo dell’Archivio (nella foto Marcegalgia con da destra il presidente degli Industriali di Varese Graglia e il presidente LIUC Lamberti). «Si tratta di un patrimonio documentaristico ampio e importante che sarà certamente una risorsa alla quale attingere nel 2010 per le tante iniziative che Confindustria metterà in campo in occasione del centenario della sua nascita». Il suo pensiero corre però un’altra volta alla crisi economica. «In un momento difficile come questo non dobbiamo abbandonarci al panico perché ne usciremo. Dobbiamo invece gestire in modo intelligente questa crisi e riuscire a ridurre i nodi che bloccano la nostra competitività. Per riuscire è però fondamentale analizzare le nostre radici, la nostra cultura industriale e manifatturiera. Dobbiamo trarre insegnamento dai momenti di crisi e tornare ad occuparci dell’economia reale. Quando questo periodo sarà finito, la nostra industria non dovrà essere quella di dieci anni fa. Possiamo crescere solo se puntiamo sull’innovazione e a mettiamo al centro le persone, le donne e gli uomini che lavorano con noi. Lo sport nazionale italiano è piangersi addosso: abbiamo tanti vizi, ma bisogna imparare anche a valorizzare le cose buone. Possiamo contare su un patrimonio di piccole e medie imprese da valorizzare e tutelare, e questo vale anche per la nostra storia e cultura».

Una riflessione va poi alle università degli industriali. «Questo ateneo è esso stesso un recupero industriale: è in queste cose che si vede l’impegno e l’attenzione di Condindustria, in questo caso quella varesina. Già tempo fa avevo auspicato una collaborazione fra le nostre due università , Liuc e Luiss e fra qualche mese avremo i primi risultati. È positivo che questi due poli di eccellenza interagiscano e abbiano programmi comuni». Infine un augurio e un invito agli studenti. «Ragazzi, è un momento difficile, ma guardate avanti con speranza e determinazione. Lavoriamo insieme per il bene del Paese».

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Novembre 2008
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