Anci sospende i rapporti con il Governo. Fontana: “D’accordo con Domenici”
Rinconfermata la posizione assunta dall'Associazione nazionale dei comuni a inizio febbraio. "Se la situazione rimanesse questa però non escludo che la nostra posizione sul federalismo fiscale possa cambiare radicalmente»
«Confermiamo la sospensione delle nostre relazioni istituzionali con il Governo, e ribadiamo la richiesta di un incontro con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi». È quanto annuncia il Presidente dell’ANCI Leonardo Domenici, che oggi – giovedì 19 febbraio – ha presieduto la riunione dell’Ufficio di Presidenza, nel corso della quale è stata riconfermata la posizione già assunta dall’ANCI lo scorso 5 febbraio, quando si riunì il Consiglio Nazionale. «In questo momento – spiega Domenici – non abbiamo ancora ricevuto dal Governo risposte significative rispetto alle istanze già avanzate lo scorso 5 febbraio: per questo chiediamo di essere ricevuti dalla presidenza del Consiglio».
Nello specifico, ribadisce il presidente dell’ANCI, «sono quattro le nostre richieste: garantire la stabilità delle entrate comunali attraverso la compensazione dei tagli ai trasferimenti e la mancata integrale copertura degli interventi sull’Ici; consentire ai Comuni l’utilizzo immediato, in deroga alle regole sul patto di Stabilita’ interno, dei residui passivi e degli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale; incentivare l’utilizzo del patrimonio immobiliare per sostenere la spesa in conto capitale ed abbattere il debito».
Su quest’ultimo punto, in particolare, l’ANCI chiede di «eliminare i vincoli che impediscono l’utilizzo dei proventi derivanti dalla vendita del patrimonio per finanziare la spesa per investimenti». Riguardo la copertura dei mancati introiti conseguenti all’abolizione dell’Ici sulla prima casa, Domenici ricorda che «la copertura integrale di queste somme era stabilita nel Dpef del Governo, ma ancora oggi mancano all’appello 440 milioni di euro». Quanto agli avanzi di amministrazione e ai residui in conto capitale, queste due voci rappresentano al momento una cifra che «si aggira intorno ai 18 miliardi di euro: sappiamo – spiega Domenici- che il Paese è gravato da un calo del Pil e dall’aumento del debito complessivo, ma queste risorse sono spendibili da subito per rimettere in moto l’economia, e non capiamo perchè invece non si possano investire».
Dello stesso parere anche il sindaco di Varese Atillio Fontana. «Condivido le dichiarazioni e le richieste dell’ANCI e del presidente Domenici. Ribadisco la necessità che il Governo riveda le proprie posizioni sul patto di stabilità perché un atteggiamento di questo genere non fa altro che bloccare la ripresa economica e gli investimenti dell’intero Paese e delle singole amministrazioni».
Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, fa notare poi che «i Comuni sono la prima frontiera tra la pubblica amministrazione e i cittadini: se non si risolvono i problemi dei Comuni, non si risolvono neanche i problemi dell’intero Paese». Insomma, chiosa Domenici, «senza i Comuni non si fa nulla, specie in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo». Infine il Presidente dell’ANCI avverte: «Nella discussione sul federalismo fiscale la posizione favorevole dell’ANCI, frutto di uno spirito collaborativo e responsabile, ha avuto un peso politico, oltre che istituzionale. Se la situazione rimanesse questa però – conclude Domenici- non escludo che la nostra posizione possa cambiare radicalmente».
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