Cassa integrazione: per il momento la pagano le banche

Siglato protocollo d'intesa tra la Camera di Commercio, le parti sociali e le associazioni di categoria per l'anticipo dei soldi della cassa integrazione da parte degli istituti di credito. Hanno aderito: Bcc, Credito Valtellinese, Banca Commercio e Industria, Banca popolare di Bergamo.

Solidarietà, morale, dignità. Sono state queste le parole più pronunciate nella Sala Bertini delle Ville Ponti. Nulla di straordinario, se non fosse che queste parole provengono dal mondo dell’economia riunito sul colle di Biumo Superiore per firmare l’intesa per l’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori da parte delle banche.
Promotrice dell’iniziativa è stata la Camera di Commercio di Varese che ha chiamato a raccolta tutte le parti sociali e tutte le associazioni di categoria. Un intervento non risolutivo della crisi, ma un segnale importante, solidale, appunto, perché grazie a questa intesa i lavoratori non dovranno più aspettare mesi e mesi per ricevere i soldi della cassa integrazione erogati dall’Inps, ma li riceveranno in anticipo dalle banche.
L’importo anticipabile sarà pari all’80 per cento della paga mensile e fino a un massimo di 900 euro, a condizioni prive di costi bancari e al tasso Euribor 3 mesi, per un tempo massimo di sette mesi. Le banche che hanno aderito all’iniziativa sono per il momento quattro: Banca Popolare di Bergamo, Banca Commercio e industria, il Credito Valtellinese e la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
Rimane un interrogativo pratico sull’intesa firmata: nel caso un lavoratore abbia un conto bancario presso un istituto di credito che non aderisce al protocollo, che cosa deve fare? «Purtroppo – spiega Roberto Masola, rappresentante del credito in Camera di Commercio – dovrà chiudere il conto e aprirne un altro presso una banca che aderisce all’intesa firmata. Comunque, incontreremo presto anche i rappresentanti degli altri istituti di credito per chiedere di aderire». Ironia della sorte, Banca Intesa non ha aderito all’intesa perché ha già un suo prodotto specifico per i clienti in difficoltà a causa della crisi.
Che fosse necessario questo intervento lo dimostrano i dati sulla cassa integrazione resi noti dai vertici di Camera di Commercio, il presidente Bruno Amoroso e il segretario generale Mauro Temperelli. «In un anno nella nostra provincia si è passati da 3 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione autorizzate a 7 milioni e mezzo, un aumento del 112 per cento. Se si prende in considerazione il quarto trimestre del 2007 e il quarto trimestre del 2008 l’aumento è del 307 per cento».
Marco Molteni, rappresentante dei lavoratori in camera di commercio, ha fatto un secondo appello rivolto alle imprese. Il rischio, infatti, che si corre è che le aziende (specialmente quelle di medie dimensioni) che hanno ancora la possibilità di anticipare i soldi della cassa integrazione approfittino di questa intesa per non anticiparli più, appesantendo l’esposizione delle banche e sottraendo questo strumento a chi ne ha veramente bisogno. «L’intesa che sta nascendo oggi – spiega il segretario della Uil – deve essere usata dalle imprese che stanno pagando a caro prezzo questa crisi, ovvero le piccole e le piccolissime. Chi è ancora autosufficiente, continui ad anticipare la cassa integrazione.  Credo anche che si debba fare un’apposita riunione per fare il punto della situazione sull’artigianato».

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Pubblicato il 24 Febbraio 2009
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