Celestini, o l’arte di raccontare la Storia

Dopo la splendida rappresentazione al Nuovo, per Ascanio Celestini il weekend varesino continua al Teatro Condominio: tre apuntamenti da godersi tutti in fila, per chi ama farsi rapire dall'ascolto

Potrebbe raccontare la filosofia di Hegel, un manuale di elettrotecnica, l’elenco degli elementi di chimica o le Pagine Gialle e sarebbe capace ugualmente di dar loro vita.
La straordinaria capacità di Ascanio Celestini (Al Nuovo di Varese ieri sera, 26 febbraio 2009, con Radio Clandestina) è innanzitutto quella di raccontare e di rendere indelebili con particolari minimi, digressioni confortanti, affondi drammatici, gli episodi che racconta. Anche quando sono duri, anche quando devono smontare pregiudizi che hanno più di mezzo secolo. Anche quando parlano di morti lontani e ricoperti di terra e di cemento, di cadaveri che non si riescono a riconoscere o contare, di ebrei invisibili da anni e che non possono più fare nessun lavoro, nemmeno “lo stracciarolo”. 
E di romani che, per evitare il rischio di attentati, i nazisti hanno deciso di “appiedare” consentendo loro di andare in giro solo a piedi o in bicicletta. E, quando qualcuno riesce a fare un attentato in bicicletta, si ritrovano con il divieto anche per quella e si inventano ruotini con i barattoli da attaccare ai loro mezzi, per fingere di andare in giro con qualcosa di non proibito: “il triciclo”.
 
L’attentato di via Rasella, quello che ha dato il là all’eccidio delle fosse Ardeatine di cui Radio Clandestina narra, è stato compiuto dopo quell’ennesimo divieto con l’aiuto di un carrello da spazzino, di quelli che portavano i bidoni della spazzatura.  Ed è stato vendicato a poche ore dal fatto con una montagna, vera e propria, di morti. Morti che si doveva far credere “legali”, già colpiti da pena di morte, e che furono “eseguiti” (tanti, presi alla rinfusa tra chi pareva un "comunista badogliano") in fretta e furia, prima che ci fossero obiezioni: che in un momento così esasperato – era mesi che si era convinti che la guerra stava finendo, e non finiva mai – avrebbero voluto dire una rivolta.
Questi sono i fatti: tutto il resto, dopo, è diventato un gioco di giustificazioni, di distinguo, di leggende metropolitane. Che pesano, innanzitutto, sulla memoria collettiva degli abitanti della capitale, e quindi sulla memoria collettiva dell’Italia che non ha mai riflettuto su sè stessa dopo la guerra: per paura di guerre civili, ma anche per scarsità di coraggio e senso civico.
E che invece ora Celestini cerca di far riemergere di teatro in teatro, di piazza in piazza andando in giro a racontare questa storia “che a dirla in breve, ci vuole meno di un minuto. Ma dire per davvero come è andata, ci vogliono settimane”.

Raccontata da lui si starebbe pure settimane a sentirla, e questa ed altre storie.
E alla fine dello spettacolo non sembra nemmeno bizzara la proposta – omaggio fatta a chi partecipava a quello spettacolo, lo sconto per continuare a sentirlo raccontare anche la sera successiva: venerdì 27 (oggi) infatti, il grande narattore parlerà del duro lavoro degli operai primi del novecento con lo spettacolo Fabbrica che porterà al teatro Condominio di Gallarate.
Perchè nemmeno dopo un’ora e rotti di racconti fatti da una persona sola sotto una lampadina da venti watt, come prescrive la scenografia, non si perde la voglia di ascoltare quelle vite narrate fatte di piccole cose beffe e grandi ingiustizie, quei giorni tanto lontani ma tanto vicini e già pronti a ritornare, se non si veglia a sufficenza e non se ne fa memoria.
 

E non si perde nemmeno la curiosità di sapere come si può imparare a narrare, qual è il segreto del narratore Celestini. E c’è chi potrà fare bingo in questo straordinario weekend teatrale: chi si è prenotato potrà infatti anche scoprire quali sono i piccoli grandi segreti del narrare raccontati proprio da lui, Ascanio Celestini, in un seminario previsto sabato mattina sempre al Condominio. Quest’anno, i varesini a cui piace diventare grandi ascoltando storie sono davvero fortunati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Febbraio 2009
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